Oggi – come allora, più di allora – il mondo rinnega Cristo, rinnega il suo Re. Quante false religioni! Il tempo dei falsi profeti è arrivato: tutti d’accordo nel rinnegare Cristo, nell’uccidere Cristo.
Quali tempi duri e difficili sono arrivati per l’umanità!
Cristo, Cristo rinnegato dagli stessi credenti! Dicono: “Credo in Dio, però non voglio osservare le sue Leggi”. E questo è il maggior dolore per il Cristo, che ancora va alla Croce per salvare i suoi stessi uccisori. “Credo, io sono cristiano! Però voglio uccidere Cristo nel mio prossimo”. “Credo, credo che esista un Dio: io sono cristiano!”, si continua a dire. Però nessuno si chiede: “Ma – se sono cristiano – cosa vuole il Cristo da me? Cosa io devo fare per Lui?”
Il cristiano si sente tale solamente quando cade nella disgrazia della miseria umana. Allora sa che esiste Qualcuno che può aiutarlo; e allora si rivolge al “suo” Cristo – quello che crede (…) essere suo solamente nel momento in cui ne ha bisogno – e gli dice: “Signore, aiutami!”. Il Signore esiste solo per aiutare, per dare, per dare solo la felicità del mondo, perché solamente questa è la cosa che i cristiani chiedono a Dio.
Però nessuno dice: “Signore, io sono cristiano perché sei Tu che mi hai dato la vita, sei Tu che me la mantieni, sei Tu che perdoni continuamente i miei falli. Dimmi, Signore, cosa vuoi da me? Come, Signore, dovrò ringraziarti per tanti benefici?”.
Questo non lo fanno i veri cristiani. Sono infedeli, più di quelli che non credono, perché chi non crede non bestemmia e non adora. Ma chi dice di credere e non osserva la Legge di Dio, e non compie la sua volontà, e uccide Cristo nel proprio fratello – privandolo del suo amore, privandolo del suo aiuto, della sua giustizia – costui è da condannarsi peggio dell’infedele.
Gesù viene ucciso continuamente, tutti i giorni: allora, da un gruppo di misere creature; oggi, da milioni di uomini che si credono perfetti, sapienti, ricchi, potenti, e non pensano che un giorno dovranno presentarsi al loro Dio, a quel Dio che li ama, quel Dio che aspetta pazientemente da loro una parola di affetto, una richiesta di perdono.
Quanta, quanta sofferenza nel mondo a causa del peccato! Proprio perché manca la pace nei cuori e − se non c’è la pace − nei cuori c’è la guerra.
Perciò la Regina della pace è nel mondo: per portare soprattutto la pace nei cuori. Che la pace nei cuori si trasmetta in tutte le anime, si trasmetta in tutto il mondo, perché l’uomo che vive nella pace sopporta con serenità tutte le controversie della vita. Se queste controversie non si sopportano nella pace, allora una piccola scintilla fa scoppiare la guerra: guerra di controversie nella famiglia, perché non si sopporta la parola, il gesto del proprio congiunto; guerra tra vicini; guerra tra le nazioni.
La Regina della pace è venuta a portare la pace nel mondo perché nella gioia tutti ritrovino Cristo, e questo dipende dal comportamento dei veri cristiani: essi si distingueranno proprio dalla pace che sapranno diffondere intorno a loro.
Siate tutti portatori di pace! Gesù umiliato: Gesù che tace. È (…) la pace che la Mamma del Cielo è venuta a dare al mondo e la pace deve anche – e prima di ogni cosa – regnare nei vostri cuori. Solo allora il cristiano potrà dire: “Io amo Dio. Io sono figlio di Dio, perché sono portatore di pace”. E dove c’è pace, c’è tutto: c’è felicità, prosperità, c’è il Regno di Dio pregustato già sulla Terra in proiezione di quello celeste, duraturo.
La pace, la pace sia nei vostri cuori. E grazie, grazie per la consolazione che date al Cuore Addolorato di Maria. Che venga qualche altro cuore a consolare Maria: portate altre persone al Cuore Addolorato di Maria! E la benedizione della Mamma Addolorata è sempre in mezzo a voi, perché ella si allontana da voi sempre con la sua materna benedizione.
Così sia.
Così sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
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