Cari figli, con amore materno io vi prego: datemi le vostre mani, permettete che io vi guidi. Io, come Madre, desidero salvarvi dall’inquietudine, dalla disperazione e dall’esilio eterno. Mio Figlio, con la sua morte in croce, ha mostrato quanto vi ama, ha sacrificato se stesso per voi e per i vostri peccati. Non rifiutate il suo sacrificio e non rinnovate le sue sofferenze con i vostri peccati. Non chiudete a voi stessi la porta del Paradiso. Figli miei, non perdete tempo. Niente è più importante dell’unità in mio Figlio. Io vi aiuterò, perché il Padre Celeste mi manda affinché insieme possiamo mostrare la via della grazia e della salvezza a tutti coloro che non Lo conoscono. Non siate duri di cuore. Confidate in me ed adorate mio Figlio. Figli miei, non potete andare avanti senza pastori. Che ogni giorno siano nelle vostre preghiere. Vi ringrazio” (Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2012).

Dice l’Eterno, il Signore dei Signori, l’Alfa e l’Omega: Io sto per tornare, o Chiese, quaggiù. Vegliate, dunque, perché non vi trovi senza l’olio dello Spirito. Io soffio. Con il Mio soffio manderò via coloro che non mi hanno voluto ascoltare e con un Soffio riempirò coloro che mi cercano (...). Ascoltate il Mio richiamo, la Mia Voce, poiché sono Io che parlo (...) per la vostra salvezza prima che Io venga e vi trovi impreparati. Io mando i Miei servi per prepararvi. Se voi non ascoltate, per certo morrete. Se i Miei servi non aprono la bocca e non parlano, Io, l’Eterno, ne terrò conto di peccato, di grande peccato a questi che sanno e non portano il Mio messaggio. Ma se i Miei santi profeti che Io mando parlano delle Mie parole che dico a tutte le Chiese della Terra, voi, popolo, sarete inescusabili davanti al Trono del Padre. Ascoltate o popolo: (...) Io sto per venire, e presto vengo a rapire la Mia Sposa (...) e voi che non mi volete ascoltare vedrete e capirete dopo che Io, l’Eterno, avrò operato con la Mia Chiesa. Ascoltate bene quello che dico. (...) Le rivelazioni che sono scritte nei libri che ho dato ai miei santi profeti si stanno adempiendo. O popoli voi tutti sulla Terra, questo è un messaggio da parte Mia, l’Eterno. Sono Io che vi parlo! (...) Molto presto vedrete le profezie che sono scritte in Apocalisse 12 e in Daniele 12. Io rapirò solo la Mia Sposa, prima la proteggerò come fa un padre che protegge i suoi figli, e poi la porterò con Me nella Mia splendida e santa Gerusalemme, dove voi, o popolo che non avete voluto ascoltare, non entrerete giammai. Io parlo attraverso i Miei santi profeti, e mando la Mia parola scritta e uscita dalla bocca dell’Eterno. Tu, figlia, parla. Se tu non parli, metterò questo sul tuo conto. Tutti i Miei profeti devono parlare. Voi, che ostacolate ciò che Io dico, e parlo e rivelo, prima che venga il giorno di grande calamità, ne darete conto all’Eterno (...)". (Da un Messaggio audio anonimo divulgato il 17.12.2018)

lunedì 9 gennaio 2012

Vi ho lasciato in eredità il Mio Amore e la Mia Croce





       "Ti saluto, o Croce santa, che portasti il Redentore: lode, gloria, onore ti canta ogni lingua e ogni cuore".


La Croce, che prima dell’immolazione di Cristo era il simbolo della vergogna, il simbolo dei condannati, dopo la crocifissione del Giusto, dell’Innocente, del Puro, che si offriva al Padre per la salvezza delle anime, per pagare al Padre il debito che avrebbe dovuto pagare tutta l’umanità, la Croce è diventata il vessillo di gloria: è diventata la bandiera della salvezza dell’umanità.


Figli, chi vuole seguirmi abbandoni tutto, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. ‘Rinnegare sé stesso’, ‘abbandonare tutto’ non significa vendere quello che si ha, come lo interpretano gli umani. Tutto quello che è vostra proprietà, figli, è un dono di Dio: parola, intelligenza, forza, mani, piedi che si muovono, queste sono ricchezze che Dio vi ha dato, che non dovete usare per il vostro egoismo, ma metterle al servizio dell’umanità per la gloria di Dio. Ecco: ‘rinnegare la propria ricchezza’ vuol dire usufruire di tutti i doni che l’Eterno Padre vi ha dato per metterli a completa disposizione di Dio.


La Croce… la Croce è stata abbandonata dagli stessi Sacerdoti. La Croce è stata dimenticata nel mondo. E invece la Croce − solamente la Croce – è il simbolo della vostra salvezza.


Il vostro corpo è fatto a segno di croce, il che vuol dire che tutti dovete essere come Me: vivere da cristiani, vivere sempre col pensiero proteso alla Croce, abbracciare ogni giorno la vostra croce nei pericoli, nelle avversità della vita, in tutte le prove che all’Eterno Padre piacerà mandarvi non come castigo, ma come prova d’amore, per provare la vostra obbedienza, la vostra volontà, la vostra pazienza, la vostra fiducia in Lui; perché il male che viene da Dio non è mai un male: è un male apparente, per ricavarne la purificazione, per ricavarne la Vita, e la Vita eterna.


In queste prove, stendete le vostre braccia come se foste sulla croce, alzate lo sguardo al Cielo e dite: Padre, non la mia, ma la Tua Volontà. Accetto la prova, mi stendo sulla mia piccola croce, sulla croce che ogni giorno ti piacerà mandarmi, e mi offro a Te, Padre Santo, amoroso, infinitamente Bontà. Mi offro a Te come figlio Tuo per la remissione dei miei peccati e di quelli del mondo intero”.


Figli Miei, ecco cosa significa essere cristiani. Non siete cristiani perché avete ricevuto il Battesimo, perché andate in chiesa a pregare, perché partecipate alle processioni, alle belle prediche; ma dovete essere cristiani conformandovi unicamente a Cristo. ‘Cristiano’ vuol dire: la mia vita deve essere conforme al mio Cristo, agli esempi di vita che Egli mi ha dato.


Figli Miei, tutta la Mia vita terrena è stata protesa alla Croce, senza la quale non ci sarebbe stata salvezza e con la quale ho pagato all’Eterno Padre il debito della Giustizia, il debito che tutti voi, figli, avreste dovuto pagare meritandovi i castighi.


Vi ho salvato con la Croce, e la croce offro a tutti quei Miei figli che vogliono salvare sé stessi e i propri fratelli.


Date a Dio quello che è di Dio, a Satana quello che è di Satana. Ma cosa si deve dare a Satana, che cosa appartiene più a Satana, se Io, Gesù, il vostro Dio, il vostro Fratello, per immenso amore verso di voi, ho versato tutto il Mio Sangue? Tutta la Mia eredità è stata riscattata col Sangue di un Dio, di un Dio che ha lasciato il Suo Trono, è sceso sulla Terra e si è fatto uomo, perché come uomo e come Dio poteva soddisfare l’Eterna Giustizia del Padre.


Indietro, indietro, Satana!


Maria avanza nel mondo. Avanza con la Croce del Figlio. Maria, Madre del Figlio di Dio, ha offerto a Dio il Figlio, il suo Cuore, i suoi Dolori, il Sangue del Figlio che era il suo stesso sangue, e ha riconquistato col Figlio l’umanità.


Perciò, figli, cosa spetta a Satana? Nulla. A Satana bisogna dare la sconfitta definitiva.


Tutti i Suoi figli devono tornare a Colui che sulla Terra li ha mandati. E a questo ci arriverete con l’adorazione della Croce, con l’abbandono alla Croce, con l’abbracciare ogni giorno le piccole croci che l’Eterno Padre vi manda in dono – vi manda in dono! – perché con le vostre piccole croci Mi aiuterete a salvare il mondo.


Ringrazio, figli, non figli individuali ma tutti i figli del mondo nei cuori dei quali è entrato il Mio Amore, e con il Mio Amore è già entrato il Regno di Dio. E se il Regno di Dio è già nei loro cuori, è giusto che questi piccoli redentori, portatori di croce, portatori di amore, portatori del Regno di Dio, vengano nel Mio Regno per godere la ricompensa del loro lavoro.


Figli, vi lascio, vi ho lasciato in eredità il Mio Amore e la Mia Croce. Chi mi vuole raggiungere nel Mio Regno, queste sono le due vie: croce, sofferenza e amore per la salvezza propria e dei propri fratelli.


La benedizione di Gesù, della Santissima Trinità, è su tutti voi: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

      Amen.





Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.

Io sono sempre nel Getsemani





       Vi ho perdonato, vi ho liberato con la Mia morte dalla vostra morte eterna.


Queste parole non sono rivolte solamente a voi qui presenti, ma a tutta l’umanità. Con la Mia obbedienza al Padre, con le Mie atroci sofferenze, con la Mia terribile agonia nel Getsemani, Io vi ho perdonato e liberato dalla schiavitù di Satana.


Però, figlie, la Mia Agonia nel Getsemani è sempre nell’eterno presente.


Vedo continuamente le anime per le quali inutilmente Mi sono offerto per il perdono del peccato di Adamo e per la liberazione dalla sua schiavitù. Molte anime, per moltissime anime, per milioni di anime… Quanto è doloroso, figlie, quanto è doloroso vedere queste anime che corrono, corrono verso il precipizio per non ascoltare la Voce dell’Amore, per non ascoltare il richiamo della Madre! Questo è quello che rattrista enormemente il Mio Cuore: che il principe delle Tenebre – che tanto si è divertito a farmi soffrire quel benedetto Giovedì Santo, quando mi consegnai ai Miei nemici per la vostra salvezza – il principe delle Tenebre tuttora danza, danza strepitosamente per le vittorie, per le stragi che egli semina tra i Miei figli, per i quali il Mio Sangue è stato sparso invano.


Il Superbo, l’Orgoglioso ha anche lui i suoi discepoli e i suoi apostoli. Egli semina orrore e disperazione, semina orgoglio, superbia, lussuria, piaceri. E tra i suoi discepoli ci sono gli empi, i cattivi, quelli che arrivano alla perfezione dei suoi ordini. E questi discepoli sono i precursori dell’Anticristo, e tra questi egli sceglierà il più perfetto, quello che più è stato obbediente ai suoi ordini: agli ordini di distruggere l’Amore, la Verità, la Giustizia.


Per questo, figlie, Io sono sempre nel Getsemani. Le Mie sofferenze sono atroci, come quella sera.


Cerco, cerco collaboratori: ma collaboratori veri, collaboratori che facciano veramente la Volontà di Dio, collaboratori che osservino la Mia Legge.


Le porte dell’Inferno sono spalancate, perché il suo accesso è continuamente libero per milioni di anime. Come potrà sorridere Gesù? Gesù invano mostra in diversi punti della Terra di piangere Lacrime di Sangue, come altrettante Lacrime di Sangue versa la Mia Santissima e adorabilissima Madre, che incessantemente lavora sulla Terra nel tentativo di salvare tutti i figli suoi, ed invece tanti, tanti se ne perderanno.


Il Mio Nemico, per il momento, ha il sopravvento.


Io mi raccomando ai figli di fede, ai figli nei cui cuori è stato dato l’Amore divino perché trovino la forza di andare avanti, di rimanere fedeli al Cuore angosciato di Gesù, di seguirmi soprattutto nella via del Dolore.


Figlie, questa è la strada che salva il mondo: la via del dolore; il dolore che nessuno vuole accettare, i sacrifici che nessuno vuole, per godere in questa vita, perché il loro corpo stia bene in questa vita; e ignorano che la vera gioia, la vera pace, si consegue solamente nella Vita eterna, nel Regno delle Mie Beatitudini.


Sofferenza e croce: sofferenza che deve culminare nella croce.


Perciò, figlie, chi vuole seguire Me prenda la sua croce, la abbracci con amore, e Mi segua. Senza la croce non c’è vita eterna.






Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.

Spesso chiamatemi col nome di ‘Mamma dei Dolori’






       "O Maria, Madre dei Dolori, ama e prega Gesù per tutti i figli tuoi". Madre dei Dolori, prega Gesù per tutti i figli tuoi!


Voi lo dite ed io lo sono: la Madre dei Dolori di sempre. Dolori atroci sotto la Croce; dolori atroci in tutti i tempi per quei figli, per quei figli che tanto, tanto mi stanno a cuore e non vogliono salvarsi.


La Mamma ha davanti a sé sempre la stessa visione: la Croce, il Figlio crocifisso, il Figlio morto con atroci spasimi sulla Croce, e tutto questo per pagare la Sua eredità col prezzo del Suo Sangue, coi Dolori della Sua Mamma.


Madre dei Dolori! Per quei dolori la Mamma supplica continuamente il suo Figlio e il suo Dio di fermare la Sua Mano di Giustizia, perché Maria non vuole vedere nemmeno uno dei suoi figli andare all’Inferno. Quel figlio deve rientrare là da dove è uscito: è uscito dal Regno dei Cieli per onorare e servire fedelmente Dio sulla Terra e poi ritornare nel Cielo, da dove è venuto.


La Mamma è venuta a tendervi le braccia, è venuta a dirvi – a voi, a tutti, a tutti i figli del mondo – che non vi sono colpe così gravi che non vengano perdonate dalla Mamma, quando il figlio ritorna pentito a lei e dice: “Mamma, Mamma, stringimi tra le tue braccia!”. E la Mamma: “Figlio, figlio mio, era ora che ti ravvedessi! Vieni! La Mamma prima ti stringe al suo Cuore Immacolato e poi ti porta al Padre sulle sue braccia”.


“O Padre, questo figlio è costato il Sangue del Tuo Figlio. Le sue colpe sono state lavate dal Sangue del Tuo Figlio, dalle lacrime della Sua Mamma, dalle lacrime e dal dolore della Tua Figlia, della Tua Madre e della Tua purissima Sposa. È tornato pentito al Cuore della Mamma sua, e questo cuore contrito e umiliato Tu, Padre, non puoi disprezzarlo. Ammettilo nel Tuo Regno e dagli il posto che era stato preparato per lui”.


Ecco il compito della Madre dei Dolori. Proprio per i suoi dolori, lei ha avuto dal Figlio la potenza di operare sul cuore di tutti i figli, e questa potenza la Mamma l’ha messa tutta al vostro servizio.


La Mamma dice ‘vostro’, ma la Mamma parla a tutti i figli dell’umanità. Questa potenza che le ha dato Dio Padre, Dio Spirito e Dio Figlio, la Mamma vuole che serva tutta per trasformare i cuori dei figli. La Madre dei Dolori questo fa e questo pensa incessantemente: pregare e darsi da fare senza sosta per salvare tutti i figli in pericolo. Devono ritornare tutti all’unico Proprietario, a Colui che questa proprietà umana ha acquistato a prezzo del Suo Sangue.


Però, il dolore dei figli è entrato per sempre nel Cuore della Madre: è il Dolore della Madre che non vuole penetrare nel cuore dei figli, che non vogliono ritornare pentiti al suo Cuore Immacolato.


Spesso chiamatemi col nome di ‘Mamma dei Dolori’: questo è il mio vero nome, figlie mie. Sono la Mamma dei Dolori per il disordine che nel mondo crea confusione e legalizza il peccato.


Il peccato ovunque, nel mondo intero, è diventato di moda. Il peccato si mette in mostra come un’opera grandiosa, come qualcosa di cui si deve andare orgogliosi. E questo scompiglio, questo grande errore, l’ha seminato il mio Nemico, ed è difficile, difficile, arrivare a distruggerlo nella radice.


E poiché questo male, questo peccato, il peccato in tutte le sue manifestazioni, ha messo radici profonde nel mondo, e allora un castigo di Dio sulla Terra verrà. Dio è Misericordia, ma c’è l’Accusatore che accusa: è lui che mette il peccatore alla presenza di Dio. E allora bisogna distruggere il Seminatore e l’Accusatore; e per far questo, dove non arriva più la Misericordia, deve arrivare la Giustizia.


Questo va detto e va ben meditato: la Mano di Dio è pronta a lasciar cadere il castigo nel mondo.


La Mamma, la Mamma dei Dolori, perché non aumenti ancora maggiormente il Suo Dolore nel vedere i figli finire nell’Abisso, finire nella dannazione eterna, la Mamma piange, la Mamma prega, la Mamma supplica ancora il Padre di aspettare: Aspetta, Padre, adesso andrò io nel mondo a zappare quel fico che non dà più frutti. Aspetta! Può darsi che, dopo che io avrò zappato quel terreno, quell’albero rinverdisca, quell’albero dia ancora i suoi frutti”.


Operai della messe! Operai che lavorate nella Vigna del Signore, lavorate con me! 

Zappiamo tutti intorno a quegli alberi che nell’apparenza sono morti, che devono essere tagliati perché non vogliono dar frutto! E insieme, tutti noi insieme, cureremo quegli alberi: cureremo quel terreno con le nostre preghiere, con i nostri sacrifici, con le nostre sofferenze, col nostro esempio, con la nostra parola di apostolato; senza vergognarci, senza temere. E quegli alberi daranno anch’essi il loro frutto e la Mamma trionferà.


Amen.




Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992. 

Non gli ho mai parlato di niente





Io sapevo tutto di Lui, come sapeva anche Lui. Il Vangelo dice che cresceva in sapienza e bontà. Mio Figlio cresceva come tutti gli altri bambini, con un’intelligenza normale, però conosceva il Suo futuro. Lui lo nascondeva ed io lo nascondevo a Lui per farci coraggio entrambi. Sapevamo che la nostra missione era dura: era una missione di silenzio, di dolore, che doveva culminare con la Croce.


Oh...! La vita col mio Bambino non era felice; perché quando baciavo i Suoi piedi, io sapevo che quei piedini, quei petali di rosa, dovevano essere trafitti dalla Croce. Perciò quell’attimo di gioia che mi davano quei movimenti ineffabili della mia Creatura si tramutavano subito in immenso dolore. Quelle manine che gesticolavano, che mi accarezzavano, che giocavano come quelle di tutti i bambini quando Egli mi accorreva nelle braccia, con le Sue braccia aperte – io lo stringevo al mio Cuore, e mentre in quel momento il mio Cuore era pieno d’amore e di gioia per quei sorrisi, per quelle prime parole che il mio adorato Bambino effondeva alla Sua Mamma, quella gioia immensa improvvisamente si tramutava in un profondissimo dolore: era già una spada che si conficcava nel mio Cuore – quelle mani paffutelle, quelle mani pure, stupende, mani gioiose, mani che davano gesti di felicità, quelle mani io le vedevo già… trafitte, sul legno della Croce, e anche questa gioia diventava dolore. I Suoi riccioli biondi che accarezzavo… vedevo e toccavo già sul Suo capo la corona di spine. Improvvisamente lo attraevo, come per ingannare me stessa, come se avessi voluto con quel gesto allontanare quel momento terribile che avrei voluto non fosse mai arrivato.


Ecco, figlie mie, tutto sapevo: tutto sapevo del mio Bambino, ma non potevo parlargli, non potevo. Dovevo lasciare a Lui la sua infanzia felice, almeno quell’ infanzia, così come l’hanno goduta tutti i bambini. Ma mio Figlio è cresciuto come gli altri, nel Suo silenzio. La Sua mestizia, tutto faceva intravvedere che Egli sapeva, che Egli sapeva e taceva, come sapeva e taceva la Sua Mamma. E anche questo silenzio, che ognuno serbava per sé, è stato un immenso dolore, un dolore che trafiggeva minuto per minuto il nostro Cuore.


Perciò, figlie, ho risposto alla vostra domanda: non gli ho mai parlato di niente.


Mio Figlio me ne parlò apertamente solo quando iniziò la Sua evangelizzazione. E prima di recarsi all’ultima Cena, Egli, come un agnello mansueto, s’inginocchiò per terra, appoggiò il Suo capo sulle mie ginocchia e disse: “Mamma, Mamma, fatti coraggio tu, e quello stesso coraggio infondilo anche a me. Madre, dobbiamo compiere la Volontà del Padre, ma questi momenti mi accasciano. Lo spirito è forte, ma la carne soffre. Prega tu, Mamma, prega tu l’Altissimo. Come la tua preghiera è stata così potente per farmi discendere dal Cielo, eleva ancora la tua preghiera potente al Padre, perché abbia pietà di me, perché sostenga il Figlio Suo in quanto si deve avverare. Sii forte, Mamma, e dammi la tua benedizione. Con la tua benedizione, io mi sentirò più sicuro. La tua benedizione sorreggerà un poco la mia angoscia”.


Strinsi forte al mio petto la testa del Figlio mio, ma le lacrime le dovetti rimandare nel mio Cuore per non rattristarlo di più, per dargli quel coraggio che Lui mi chiedeva, per dirgli che anche la Mamma accettava con grande sofferenza, ma con tanta rassegnazione, la Volontà del Padre, perché tutto si compisse in lei e nel Figlio Suo quanto Egli aveva stabilito per salvare l’umanità.


Il mio Figlio si alzò, un ultimo sguardo pieno d’intenso amore, mi benedisse, e volò, andò…  quasi sfuggendo il mio sguardo, si recò nel Cenacolo per l’Ultima Cena e per l’ultima ora della Sua libertà in questa vita terrena.


Grazie, figlie, per avermi chiesto ancora di parlarvi di questo mio immenso dolore. Fatelo vostro, questo dolore della Mamma che accarezza il suo piccino spensierato e lo vede già proiettato sul legno della Croce. I miei Dolori vi siano di sprone a sopportare i vostri dolori.


Ecco, a voi mamme mi rivolgo in maniera particolare, perché le vostre pene non potranno mai − mai e poi mai − misurarsi con le pene di Maria. Le sue pene sono state tramutate in gloria. Anche le vostre pene, se saranno sofferte con rassegnazione e per la Volontà e per la gloria di Dio, anche le vostre pene si tramuteranno nella gloria in Paradiso.






 Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992. 



Non volevo lasciare il mio Gesù

 



‘Maria accompagna il Figlio nel Sepolcro… ’. Quale grande dolore! Non volevo più staccarmi da Lui. Mi aveva detto che sarebbe resuscitato al terzo giorno, e io volevo restare accanto a Lui, accanto a quel Sepolcro, seppellirmi insieme a Lui fino al momento della Sua Resurrezione.


I discepoli questa volta non furono buoni con me: non mi lasciarono accanto al Figlio mio. Non dovevo, non volevo lasciare il mio Gesù, il mio diletto unico Bene, abbandonato nel freddo sepolcro senza il conforto, la compagnia della Mamma Sua, che mai, mai era stata staccata dal Suo Cuore.


Negli anni della Sua evangelizzazione, quando non potevo seguirlo direttamente, ero spiritualmente con Lui: mai me ne sono distaccata. E quindi era giusto che io fossi rimasta accanto a Lui fino al giorno della Sua Resurrezione. Era troppo grande il mio dolore perché io potessi continuare ancora a vivere sola nella mia casa, senza il Figlio mio.


Giovanni, Giovanni, il purissimo figlio mio, che mi aveva presa in cura, mi riaccompagnò per le vie di Gerusalemme, fino al luogo dell’ultima Cena. Lungo la strada vedevo ancora il Sangue del Figlio mio. Quelle pietre ancora mi parlavano di Lui. Avrei voluto inginocchiarmi, raccogliere tutte quelle gocce di Sangue, ma Giovanni non me lo permise.


A casa, in preda al mio dolore, volevo entrare nel Cenacolo, volevo trovare ancora qualcosa di vivo del Figlio mio, qualcosa che era stato Suo poche ore prima. Nemmeno questo Giovanni mi permise. E il mio Dolore fu enorme, fu immenso quanto è immenso il mare.


Non c’era pace nel mio Cuore senza il Figlio mio. E rimasi così, impietrita, incosciente di quanto mi era successo. Non volevo credere alla realtà.


Però avevo fede, avevo immensa fiducia nelle Sue parole, e nella preghiera aspettavo la Sua Resurrezione.


E quando, al terzo giorno, mio Figlio entrò a porte chiuse nella mia stanza, ancora non volevo credere ai miei occhi, a una gioia così grande! Credevo fosse lo spettro di mio Figlio; ma quando anche a me mostrò le Sue Mani, i Suoi Piedi e il Suo Costato perforati, allora il mio abbraccio fu indescrivibile e impossibile a penetrare nelle menti degli umani.


Il Figlio mio risorto, col Volto già trasfigurato dalla gloria del Cielo! E questa fu la mia gioia, grandissima, e insieme rendemmo l’inno di benedizione al Padre, perché aveva glorificato il Figlio Suo e aveva già dato in Terra la gloria alla Mamma Sua.


Ancora mio Figlio venne a trovarmi sulla Terra e, quando si staccò per raggiungere il Paradiso, io sono rimasta sempre unita a Lui nell’Eucarestia.


Nell’Eucarestia,  Egli mi sussurrava ancora le più belle parole, come quando era in Terra, e solo dall’Eucarestia mi veniva la forza di continuare il mio cammino sulla Terra. Senza l’Eucarestia, la mia vita terrena sarebbe stata un tormento come ai piedi della Croce, perché avrei voluto raggiungere molto presto il Figlio mio. Rimanemmo uniti nell’Eucarestia, che Egli istituì anche e innanzitutto per la Sua Mamma, per restare unito anche alla Sua Mamma. E in quest’unione c’era la stessa gioia della nostra unione terrena.


Figlie mie, Egli è ora accanto a voi nell’Eucarestia, perché anche voi possiate essere unite a Lui come Lui lo era con la Sua Mamma. Quando lo ricevete, abbandonatevi a Lui, amatelo, donatevi a Lui, parlategli, confidategli le vostre pene, confidategli le vostre sofferenze, confidategli i vostri problemi: quello è il momento più sublime per parlare con Gesù, perché in quel momento siete un corpo e un’anima sola. Non lo sciupate quel momento prezioso, amatelo come lo amava la Mamma Sua, stringetelo forte al vostro cuore.


Mettetevi in ascolto. Dopo che gli avete esposto i vostri problemi, raccoglietevi nel silenzio ed Egli vi farà sentire il Suo Amore e la Sua Pace che regnerà nei vostri cuori. Restare con Lui uniti dopo la Santa Comunione, amarlo per voi e per quanti non lo amano.


E sentirete che il Regno di Dio scenderà nei vostri cuori e anche voi desidererete l’ultimo giorno della vita terrena, non come distacco da tutto ciò che è umano, ma lo sentirete come un giorno di gioia, come un momento di gioia, perché in quell’unione che prima era velata dal Sacro Pane, adesso i veli si scioglieranno e vi mostreranno il Cristo della Gloria, il Cristo della Resurrezione che avete ricevuto in vita, e Lui vi riceverà nel Paradiso per darvi il premio della vostra fedeltà.


La pace sia nei vostri cuori.

  



  Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992. 


Gesù vuole resuscitare tutto il mondo





       Gesù è morto per voi ed è resuscitato per voi. È morto per insegnarvi a morire al peccato. Il peccato nella vostra vita deve essere sepolto. Dovete convincervi che con la morte in croce di Gesù anche voi siete morti al peccato. Abbandonate l’uomo vecchio, l’uomo dell’errore, l’uomo della colpa di Adamo ereditata fino alla Sua Incarnazione nel seno purissimo di Maria Vergine. L’uomo del peccato deve essere sepolto con la morte di Gesù: passaggio, passaggio dalla morte, che è – ripeto – la vita del peccato, alla Resurrezione di Gesù, che è la Vita della Grazia.


‘Resurrezione di Cristo’ significa vivere come se si fosse nati un’altra volta, vivere una vita nuova, una vita di Grazia scaturita dalla Croce, e precisamente dall’Acqua e dal Sangue sgorgati dal Costato di Cristo: Acqua e Sangue, Sacramento della Grazia per la resurrezione dell’anima.


Eravate morti, e ora siete stati resuscitati alla Vita divina. Questa è la grazia più grande che Dio ha fatto agli uomini: ha rifatto nuova l’umanità.


Ma l’umanità  e voi soprattutto,  che siete penetrate nel mistero di questa Grazia – voi e tutti − dovete corrispondere a questa Grazia. Se la rigettate, cosa sarà della vostra anima? Cosa  sarà della morte di Gesù, se per molti, se per moltissimi, non ci sarà la resurrezione? Fate tesoro di questa Grazia scaturita dal Sangue dell’Albero della Vita.


Gesù vuole resuscitare tutto il mondo e chiede aiuto sempre ai Suoi figli eletti e prediletti, perché lo aiutino a trasmettere questa Grazia in tutti i cuori.


Non avete la potenza di correre per il mondo a portare questa Grazia; però la preghiera incessante, la preghiera elevata col cuore – ‘col cuore’ vuol dire col cuore pieno di amore per i fratelli che devono salvarsi – la vostra preghiera elevata a Dio con tutto l’amore e il dolore per i fratelli che sono da Dio lontani e che a Dio devono ritornare, la vostra preghiera saprà correre a cercare, a posarsi sulle anime che dovranno convertirsi. La vostra preghiera avrà le ali per andare nel mondo a convertire i fratelli lontani.


La preghiera deve essere accompagnata dal grandissimo amore, dall’amore intenso e dal dolore di Gesù per i Suoi figli che devono, devono tornare a Lui, perché anche per loro deve esserci la resurrezione, soprattutto per loro; e la preghiera, unita all’amore e al dolore di Gesù, elevata con gli stessi sentimenti di Gesù, porterà la resurrezione nei cuori e nelle menti, perché tutti possano entrare nel Regno che Egli ha aperto all’umanità intera proprio con la Sua gloriosa Resurrezione.


Questo è per voi apostolato: essere umili, silenziose, nascoste, e la preghiera del nascondimento sarà la più accetta a Dio e avrà molto frutto.


Prima, però, aprite, spalancate i vostri cuori a Cristo, perché vi possa penetrare con tutto il Suo Amore e tutto il Suo Dolore; altrimenti, amore e dolore resteranno alla porta del vostro cuore, e la resurrezione che non avverrà nei vostri cuori non potete trasmetterla agli altri.


Figlie, quanto è difficile seguire la strada di Maria! Quanto è difficile seguire la strada che porta al Regno di Dio! Maria chiede l’annullamento del proprio ‘io’, chiede sempre il distacco da tutto ciò che è terreno. Se non vi distaccate dalla Terra, se non vi distaccate dal desiderio dei piaceri e delle comodità, dai desideri a cui vi spinge l’egoismo e l’orgoglio, non potrete mai seguire fedelmente Maria.


La strada è difficile perché è fatta di continue rinunce, di continue privazioni, di continue mortificazioni di sé stessi. Però, se vi lasciate guidare, se vi lasciate fondere e plasmare da Maria per fare di voi un uomo nuovo, e allora, seppellito l’uomo vecchio, voi potrete seguire Maria.


E in tutto questo ci vuole un continuo impegno, uno sforzo continuo di buona volontà per riuscire a seguire gli insegnamenti di Maria: silenzio, amore, umiltà, sincerità, docilità, docilità immensa e assoluta – incondizionata – al volere del padre spirituale.


Qualcosa che a voi potrebbe sembrare rimprovero non è così, anzi ringraziate il Signore, perché attraverso il padre voi conoscerete meglio la Volontà di Dio, e attraverso il padre imparerete ad amare sempre di più Gesù e Maria (…). Siate docili ai suoi insegnamenti, docili e mansuete come le pecorelle che hanno bisogno della guida, della carezza, dell’affetto del loro pastore (…). Con lui Cristo risorgerà nei vostri cuori, e questa resurrezione col vostro esempio voi la porterete anche negli altri cuori, e tante anime per voi saranno salve.


La Mamma vi ringrazia per l’attento ascolto e vi benedice. La Mamma aspetta solo che queste sue parole mettano radici nella vostra mente e nel vostro cuore, perché possiate seguirla fedelmente in Terra per raggiungerla nel Paradiso.





Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992  

sabato 7 gennaio 2012

Abbracciate la vostra croce e seguitemi





Sul legno della Croce Gesù ha perdonato, Gesù ha cancellato tutti i peccati del mondo, i peccati di tutti i tempi: ha sconfitto il peccato, ha sconfitto la morte, ha sconfitto Satana.


Per ottenere questa vittoria, Egli ha dovuto subire l’infinita umiliazione della morte sulla Croce, l’infinita umiliazione di essere condannato come il peggiore dei peccatori.


Però a questa grandissima umiliazione è subentrata la gloriosissima vittoria: Gesù glorificato dal Padre “Re del Cielo e della Terra”, il Re della massima potenza, innanzi al quale si inginocchia ogni piede, si inginocchia ogni creatura in Cielo, in Terra e nell’abisso dell’Inferno (anche il demonio deve inginocchiarsi – e si inginocchia – davanti a Gesù: malvolentieri lo fa, ma lo fa, e deve farlo).


Ecco che cosa ha guadagnato Gesù con la grandissima umiliazione, con la grandissima sofferenza della Sua Crocifissione: ha aperto le porte del Cielo, ha sconfitto il peccato, ha redento l’umanità.


Voi, peccatori della Terra, accorrete ai Suoi Piedi, ai piedi della Croce: chiedetegli che una goccia di quel Sangue benedetto e preziosissimo cada sulla vostra testa. Una sola goccia di quel Sangue basta a cancellare i vostri peccati e a ridarvi la Grazia perduta col peccato di Adamo. Ma quanti sono oggi i credenti – peccatori e meno peccatori – che chiedono a Gesù il perdono di cuore dei loro peccati e il proponimento di vivere nella Sua Grazia?


Pochi sono i Suoi seguaci, pochi sono quelli che veramente lasciano penetrare nel proprio cuore la Sua Voce: la Sua Voce, che è in tutti i cuori, che bussa, che aspetta che questo cuore si apra alla Sua Voce, al Suo Amore. Ma tante sono le lusinghe degli uomini che hanno sommerso i loro cuori, che restano chiusi a qualsiasi parola che venga dal Cielo.


Inutilmente Gesù si rivolge con Maria ai Suoi prediletti, perché questa Sua Parola sia diffusa nel mondo. Il cristiano è diventato incredulo. Non crede più all’Amore di Dio, che è capace ancora di scendere in mezzo agli uomini e portarsi a essi, parlare a essi per mezzo dei Suoi prescelti che sono portatori della Sua Parola. Il peccato ha indurito i cuori, ha accecato gli occhi, ha chiuso l’orecchio a tutto ciò che è di Dio e viene da Dio.


Manca l’amore, manca l’amore che è stato schiacciato dall’egoismo, dal desiderio del piacere e della ricchezza terrena. Nessuno pensa più a procurarsi la ricchezza della vita eterna mediante la carità e tutte le buone opere previste dai Comandamenti di Dio.


Bisogna pregare incessantemente perché il Regno di Dio venga a portare l’amore e la pace sulla Terra. È questo che Gesù e Maria chiedono ai loro prescelti: preghiera costante, fedele; sacrificio, piccoli fioretti ogni giorno per unirsi alle sofferenze di Gesù per la salvezza dei fratelli.


Gesù tornerebbe ancora volentieri sulla Terra, ancora andrebbe incontro alla Croce con lo stesso amore per salvare i propri fratelli: ma un’altra morte sarebbe uguale alla prima. Gli increduli, gli atei, i fautori del male sulla Terra non saranno mai sconfitti, fino a quando Gesù non scenderà glorioso e trionfante a regnare sulla Terra con la Sua Pace, con la Sua Giustizia, col Suo Amore.


Ora il compito di convertire, di operare per la pace, per la giustizia, per l’amore, è affidato ai Suoi seguaci. Questi sono oggi i Suoi discepoli, che nella maggior parte sono sempre i più miseri, i sofferenti, i poveri, gli emarginati, i puri di cuore, quelli che hanno veramente abbracciato la croce per seguirlo sulla strada della Croce, che porta alla salvezza delle anime.


Figli, questa è sempre la strada che Gesù indica a coloro che vogliono servirlo fedelmente: la Croce, la croce per redimere gli altri, per perdonare gli altri, per salvare gli altri. Abbracciate la vostra croce e seguitemi: seguite il vostro Dio, seguite il vostro Re con la Sua Madre Regina, con San Michele Arcangelo, e la vittoria sul regno di Satana sarà completa per i pochi eletti, per i pochi fedeli che sanno mettere in pratica i consigli di Gesù e di Maria.


La pace che è venuta dalla Croce, che è scesa dalla Croce, sia nei vostri cuori, perché possiate sempre trasmetterla in tutti i cuori che avvicinerete.


Così sia.






Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992

giovedì 5 gennaio 2012

Ai piedi della Croce ho generato tutta l’umanità




Figlie mie, ai piedi della Croce ho generato tutta l’umanità, con una spada trafitta nel Cuore. Questo è il dolore, è questo il dolore del mio parto: il parto che non ho avuto come le altre donne, quando ho messo alla luce Gesù, l’ho avuto ai piedi della Croce, con una spada che trafiggeva il mio Cuore.

      Questa sera la Mamma vi dice solamente questo: pensate che siete nate dal travaglio della Croce.

La Mamma è tanto addolorata! La Mamma, in questi giorni, sta accanto al suo Figlio e vi invita ad esserci sempre anche voi, accanto alla Mamma addolorata ai piedi della Croce, fino alla Resurrezione.

Un messaggio breve, ma di profonda meditazione.

Vedete – in questi giorni – sempre la Croce con Maria Addolorata ai suoi piedi, che raccoglie dal Figlio morente il testamento fondamentale: “Donna, ecco tuo figlio!”. “Donna, Io ti lascio in eredità l’umanità peccatrice, che insieme a Me hai riscattato col tuo immenso dolore. Madre, per il tuo immenso dolore, sarai tu a portare proprio questi figli che ti hanno uccisa, col tuo amore, col tuo immenso amore di Madre, per glorificare il Figlio tuo: la tua missione, Mamma, è quella di convincerli tutti con le tue pene, col tuo sorriso, col tuo amore, e portarli tutti sul Mio Cuore, per essi squarciato dalla lancia”.

Questo è il compito della Mamma ora: portare al Padre i figli che mi sono stati dati nel mio immenso dolore.

Meditate solo questo, figlie, e – se lo fate bene – diventerete veramente le apostole del Cuore Addolorato di Maria, perché saprete entrare nel mio Dolore e nella Passione del mio Figlio, del mio Dio, del vostro Signore.

Leggete, meditate in questi giorni la Passione del Signore e i Dolori di Maria, Sua castissima e purissima Madre, che ha dovuto tanto soffrire solamente per compiere la Volontà di Dio.

Guardate Maria ai piedi della Croce; guardate Gesù, sospeso tra Cielo e Terra in un tormento indescrivibile di atroci sofferenze, e in ogni momento della vostra vita direte:

Gesù, per i Dolori che soffristi sulla Croce, per le pene della Tua Mamma che ci hai dato come ultima Tua Volontà, abbi pietà di noi e portaci tutti in Cielo. Lei, la Mamma Tua, vuole portarci tutti sul Tuo Cuore; Tu, Gesù, vuoi portarci tutti sul Cuore Addolorato di Maria, perché Ella non pianga più. E noi pregheremo perché la Tua Volontà si compia in tutta l’umanità, chiederemo all’Eterno Padre che il Tuo disegno si realizzi nel mondo intero, che Satana sia sconfitto per sempre e trionfino i Cuori Santissimi di Gesù e di Maria”.

La Mamma è particolarmente addolorata in questi giorni, perché questo dolore della Mamma e del Figlio non è penetrato nel cuore di tanti credenti, che consumano questa Festa nel piacere della carne più che in quello ecclesiale. Riparate, riparate per tutti coloro che non comprendono il Dolore di Maria ai piedi della Croce.

La pace, la pace e il Dolore della Vergine Addolorata siano sempre nei vostri cuori. La Mamma vi benedice.

Amen.





 


 Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992

martedì 3 gennaio 2012

Questo immenso dolore lo presento a tutte le mamme






Quale dolore è più grande di quello di Maria ai piedi della Croce! Ogni Suo fremito era un gemito del mio Cuore ed Egli ne soffriva di più. Nella Sua atroce sofferenza, Egli cercava anche di trattenere questi fremiti: cercava, anche sulla Croce, di controllare ogni Suo movimento per non infrangere di più il Cuore della Mamma.


Questo fu il più immenso dolore di Maria: vedere soffrire il proprio Figlio e farsi animo, mostrarsi forte per non aumentare il Suo dolore.


Il Figlio, nelle Sue sofferenze atroci, nel vedere la Mamma così sola, così indifesa, così sofferente, cercava, si sforzava di nasconderle il Suo dolore, per non aumentare ancora di più il dolore della Vergine.


Non c’è nessun dolore al mondo più grande di quello di Maria.


Tutti i moribondi sono confortati dall’affetto di qualche persona cara; ma Gesù non solo è stato privato di questo affetto, ma negli spasimi atroci dell’agonia, in quel terribile dolore, doveva sopportare gli insulti, i lazzi degli sgherri, che erano senza pietà di quelle sofferenze, senza pietà di vedere un uomo ridotto ormai ad una piaga di sangue, un uomo che non aveva più nulla di sé stesso.


Quel Volto, quel Corpo, quel Sangue, invece di suscitare pietà, aumentavano la ferocia e questo… e questo è il dolore più grande: questa è stata la spada profetizzata dal vecchio santo Simeone.


Il Cuore trapassato da questa spada non è scoppiato al pari di quello del Figlio mio perché l’Eterno Padre ha voluto sorreggermi, ha voluto che sopportassi tanto strazio, uguale a quello di mio Figlio, perché il dolore della Sua carne si ripercuoteva nella mia carne e soprattutto nel mio Cuore.


Questo immenso dolore lo presento a tutte le mamme, alle mamme alle quali il figlio è stato tolto da questa Terra per essere trapiantato nei Cieli.


Voi, mamme, che avete sopportato in parte, in piccolissima parte, il dolore di Maria, dite a voi stesse: “Questo dolore mi associa al Cuore Addolorato di Maria”. E dite al Padre:


Padre, come Maria anch’io Ti ho offerto il figlio mio per associarmi maggiormente a Lei, per partecipare con Lei alla redenzione del mondo; perché ora che ho capito il dolore di Maria, ho capito anche che anch’io devo offrire il mio figlio alla gloria di Dio, in espiazione dei peccati del mondo, per il Trionfo del Regno di Dio.
 
E ora, figlie, vi lascio nella contemplazione di questo Dolore di Maria, ai piedi della Croce e alla contemplazione di Gesù sulla Croce, e – come vi ho detto poc’anzi – vi lascio anche alla meditazione di Gesù flagellato, schernito.


Sono stati questi insulti, questi sgherri, la ferocia degli sgherri, che hanno reso maggiormente terribili i Nostri dolori.


Come io e come mio Figlio abbiamo offerto tutto all’Eterno Padre per la salvezza delle vostre anime, anche voi, giorno per giorno, offrite i vostri sacrifici e tutte le prove che il Signore vi manderà, in unione ai Dolori di Gesù e di Maria, per la redenzione del mondo.


Amen.




 Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.