Figlie, figlie mie carissime! Se volete veramente meditare sulla Passione del vostro Signore e confortarmi nell’agonia del Getsemani, voglio pregarvi di offrirmi un sacrificio: dovete, in questo periodo di Quaresima, tenere con me − con la vostra Mamma addoloratissima – compagnia a Gesù nel Getsemani.
Gli “Amici del Getsemani” questo dolore lo hanno capito e ogni giovedì essi – di notte – tengono compagnia per un’ora al Figlio mio. Ma questo non è sufficiente a consolare il tormento del suo Cuore, lo strazio che lo tiene prostrato a terra e che lo farà soffrire per tutta la notte nelle mani degli sgherri. Gesù non ha vegliato e pregato solamente prima di essere consegnato ai suoi carnefici: egli ha sofferto gli insulti più atroci, le sofferenze più atroci, per tutta la notte.
E allora, figlie mie, non vi accorgete che, in questo momento, l’atmosfera spirituale non è la stessa delle sere precedenti, quando, di notte – mentre tutti sono ai televisori, al bar, al ballo, a dormire – voi tenevate compagnia a Gesù? Non pensavate al Getsemani, però eravate spiritualmente unite a Gesù Sacramentato, solo e abbandonato nelle chiese deserte: ma questa era lo stesso unione a Gesù nel Getsemani, che in quella sera istituì l’Eucarestia. L’Eucarestia è il ricordo proprio di quell’angoscia, di quel terribile sudore di sangue, di quel terribile tradimento.
Ecco, apostole mie, avete meditato… state riprendendo in esame i miei messaggi, e questa è la gioia più grande. Il vostro padre spirituale sarà illuminato da me sui consigli che in seguito dovrà darvi. Però anche questo piccolo gruppo mi è utile.
E per questo, figlie – per questo periodo almeno della Quaresima – perché si realizzi un rinnovamento in tante anime, v’invito a pregare di notte, come sto facendo con gli altri gruppi che sono sotto la mia guida e protezione. Questo ho chiesto pure a Medjugorje, questo chiedo ovunque: la preghiera possibilmente di notte. In quel silenzio, in quel silenzio ricco di spiritualità, si convertono più anime, perché il Maligno è come un leone ruggente: egli lavora bene nelle tenebre. E allora voi – nelle tenebre – dovete portare la luce di Dio. Luce da Luce. Dio da Dio.
Per una Mamma addolorata, che si è rivolta a voi con un dono particolare, penso che saprete corrispondere a questo invito. Grazie, grazie.
E la pace sia nei vostri cuori. Amen.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
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