Figlie
Mie, oggi, primo giorno della novena allo Spirito Santo, allo Spirito di Dio:
questa novena va fatta con tanta devozione, con tanta fede, con un cuore carico
di amore verso la Mamma Celeste che vuole condurvi nella pienezza della
Santissima Trinità, in particolare dello Spirito di Dio, dello Spirito Santo.
Vi
avevo già suggerito la preghiera allo Spirito, ma questa preghiera non è stata
tenuta in conto. Lo Spirito Santo si invoca senza fede, senza amore nei cuori,
e lo Spirito di Dio non ha ancora preso possesso dei cuori di alcune di voi. Lo
Spirito di Dio è Amore, è obbedienza, è Luce che illumina il cuore e la mente.
Senza questa Luce voi non potrete mai camminare sulla via della Verità.
I
vostri cuori sono ancora chiusi al vero Amore di Dio perché sono ancora chiusi
al vostro direttore spirituale. Non avete ancora compreso l’importanza della
sua figura, nonostante Gesù stesso, figlie Mie predilette, lo stesso Gesù ve lo
abbia presentato e vi abbia detto: “Lui sono Io: quando parla lui, parlo Io,
Gesù; chi tradisce lui tradisce Me”.
Io
leggo nei vostri cuori e nei vostri cuori non è penetrata la Mia Parola, la Mia
Verità. Il direttore delle anime è illuminato dallo Spirito di Dio perché il
Ministro di Dio è responsabile delle anime che gli sono state affidate. Non
ascoltando lui, invece di camminare sulla strada della santità, voi percorrete
la strada opposta, quella che porta al Mio Nemico, e questa è una grave
responsabilità.
Figli,
sono venuto a tendervi la mano! Figli, la Mia Madre Santissima ed Io siamo
addolorati perché ancora non è capita la nostra volontà. Un padre spirituale vi
è stato dato perché deve curare le vostre anime alla santità, ma senza la
vostra collaborazione piena dovrà tacere lui, dovrò tacere anch’Io.
Le
vostre preghiere sono ancora sulle vostre labbra accompagnate dall’egoismo,
dalla superbia, dall’orgoglio; e la preghiera, quando è accompagnata da uno
solo di questi sentimenti che ispira il Mio Nemico, non è purificata, non è
gradita a Dio, non ha la forza di sconfiggere Satana: è una preghiera inutile.
Figli
– per voi e per gli assenti – voglio ricordarvi che ogni vivente e tutte le
cose che appartengono ai viventi passano e non tornano più. Il dolore, la gioia,
la salute, la malattia, la vita, sono cose che appartengono ad un momento, ad
un momento che passa. Ci saranno nella vostra vita ancora dolore, gioia, salute
e malattia, ma non sono le stesse cose di quel momento che è già passato:
avranno un volto diverso; ma la vostra vita, la vostra vita, quando è finita,
non tornerà più.
Il
padre spirituale vi ha invitato a leggere la parabola di Luca: è la parabola
delle mine, ma voi non ne avete afferrato il significato. La mina è la moneta
con cui voi dovete conquistarvi l’eternità. La vostra vita terrena è un momento
dell’eternità, che deve servire a guadagnarvi l’eternità nell’altra vita.
Il
Re che ha dato ai Suoi servi la mina disse: “Negoziate questa moneta fino al
Mio ritorno”. E quando il Re ritorna, anzi, quando voi – in questo caso siete
voi che avete ricevuto da Dio la moneta della vita – quando ritornerete a Lui,
Egli vi dirà: “Cosa hai fatto della moneta (in questo caso: della vita) che Io
ti ho dato per farla fruttificare per la vita eterna?”.
Il
servo fedele mi dirà: “Padre, con la Tua moneta, che è la mia vita, io ho fatto
sulla Terra questo lavoro, quest’altro lavoro, e l’ho fatta fruttificare”.
“Bene, servo fedele, giacché sei stato fedele nel poco, sarai fedele anche
nella Vita eterna: avrai potere su dieci città”. Il che vuol dire: Il Signore
ti dà il dieci per uno di quello che tu hai fatto sulla Terra per guadagnarti
la Vita eterna. Hai dimostrato la tua volontà di seguire fedelmente il tuo
Padrone. Entra nel Mio Regno che è anche il tuo Regno.
Un
altro si presenta a Dio e dice: “Padre, con la moneta che è la vita (che la
moneta rappresenta allegoricamente), la moneta che Tu mi hai dato, la mia vita,
io l’ho messa al Tuo servizio: ho fatto questo lavoro, quest’altro lavoro.
Giudica Tu se ho fatto poco, se ho fatto molto. Ho fatto quello che ho potuto per far fruttare la Tua
moneta”. “Bene, figlio Mio. Hai mostrato
la buona volontà di servire fedelmente il tuo Dio. Hai amato, hai operato. Entra
anche tu nel Mio Regno, che è il tuo Regno”.
Si
presenta un altro servo, e dice: “Padrone, la moneta che Tu mi hai dato te la
restituisco così come l’ho ricevuta, perché avevo paura della Tua Giustizia, o
Dio”. A questi, a costui Io dirò: “Hai avuto paura della Mia Giustizia, però
non ti sei preoccupato di conoscere anche il Mio Amore: e giacché hai dubitato
del Mio Amore, adesso questo Amore tu imparerai a conoscerlo nel Purgatorio,
dove imparerai ad amarmi e a conquistarti il Regno. La tua moneta diventa
espiazione”.
Si
presenta l’altro servo, si presenta un altro al Regno di Dio, e dice: “ O Re,
la moneta che Tu mi hai dato io l’ho sciupata nei vizi, l’ho sciupata in tutto
quello che serviva per i piaceri della Terra, per soddisfare la carne, perché
non credevo a questo Regno”. “Servo infedele, servo bestemmiatore, giacché tu
hai pensato solamente alla carne, hai ucciso la tua anima e, se la tua anima è
già morta, il Mio Regno per te è chiuso”.
Ecco,
figlie e figli vicini e lontani, questa è la mina che il Signore vi ha dato.
Questa è la spiegazione della parabola. Il padre voleva condurvi a questa
conclusione. Pochi, pochissimi sono quelli che fanno fruttare la mina al dieci
per uno e, fedeli, alla loro ora dicono a Dio: “Dio, Padre Buono e Onnipotente, ho avuto
fede, ho creduto, ho sperato, ho amato. Ho creduto in Te, ho creduto nel Tuo
Regno, ho sperato nella salvezza eterna. Ti ho amato per raggiungerti nel Tuo
Regno, ed ora che la fede e la speranza non hanno più motivo di esistere,
perché si è realizzata la mia visione nel contatto con la realtà del Regno e
del Padre, ora mi resta l’amore, l’amore che dovrò offrirti e cantarti per
tutta l’eternità”.
Questi
sono i figli fedeli, sono i Santi che hanno saputo spendere bene la loro vita
sulla Terra. Hanno saputo negoziare bene la moneta a loro affidata.
Eppure,
quanta pazienza per il peccatore! Il peccatore commette l’errore una volta,
dieci volte, settanta volte; ed Io pazientemente aspetto, aspetto, perché
l’Amore che è della Mia natura supera la Mia Giustizia, perché se Io castigassi
il peccatore all’istante, egli potrebbe dirmi: “Padre, potevi lasciarmi un po’
di tempo perché io potessi riflettere e conoscere la Tua Bontà”. E invece il
Padre aspetta, il Padre dà tutto il tempo perché il peccatore torni a Lui
pentito. E quando questo non avviene, allora il Padre è costretto ad adoperare
la Sua Giustizia.
La
vostra vita è una moneta che Dio vi ha dato. È un attimo di tempo, è un’ora di
tempo dell’eternità per farvi conquistare l’eternità, la luce, l’amore
dell’eternità.
Figli,
questa parabola vi aiuterà a riflettere, vi aiuterà a trascinarvi gli uni gli
altri nell’amore.
Il
rosario senza la sincerità del cuore, senza l’obbedienza al padre spirituale,
senza la carità al prossimo, non ha valore.
Amatevi
gli uni gli altri.
E
ancora, giacché vi ho detto che quello che dice il vostro padre spirituale lo
dico Io, ripeto l’altro consiglio che lui vi ha dato: non giudicare e non sarai
giudicato. Nessuna di voi e nessuno dei Miei figli si azzardi ad esprimere un
giudizio sul proprio fratello! Il giudizio spetta solamente a Dio, perché solamente
Lui è Padrone del cuore e della mente dei Suoi figli, solamente Lui sa leggere nella
mente e nel cuore di ciascuno. A Lui solo spetta il giudizio.
Avete
compreso, figli, quanta importanza e quanta obbedienza dovete al vostro padre spirituale,
e quale grave responsabilità è per voi tradirlo anche con una semplice bugia? Io
vi ho riconfermato i suoi insegnamenti, che sono i Miei insegnamenti, perché – ve
l’ho detto – quando parla lui parlo Io: ma giacché non avete capito, giacché i suoi
insegnamenti non sono penetrati nei vostri cuori, sono intervenuto Io.
Dovete
seminare l’amore: Dio è Amore! Se non c’è l’amore nei vostri cuori, nel Paradiso
non ci arriverete, e questo amore di Dio e del prossimo sono la stessa cosa, perché
Dio è presente nel prossimo, è presente in ognuno dei Suoi figli, dei vostri fratelli,
e questo ve l’ho già detto. Se questo amore non lo praticate sulla Terra, dovrete
poi bruciare d’amore nel Purgatorio per moltissimo tempo, perché sarete proprio
privati dell’Amore, che dovrete riconquistare con grande penitenza.
Questo
concetto vi è stato già dato nel Messaggio delle anime del Purgatorio. Esse soffrono:
non possono più pregare per sé stesse, perché nella loro vita non hanno saputo negoziare
la loro moneta, non l’hanno fatta fruttificare nell’amore, e nel Purgatorio s’impara
ad amare.
La
benedizione di Gesù scenda in mezzo a voi, ma con la Sua benedizione la Sua Parola
– che è Parola di Vita – la Sua Parola deve entrare nei vostri cuori e deve mettere
radici, se volete veramente raggiungere la santità. Così sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.