Soffrivo senza gemiti (1).
Figlie, quale esempio vi ho dato!
Essere frustato, e senza gemiti, senza una parola di
protesta; incoronato di spine, sputato, insultato, schiaffeggiato: e zitto,
senza gemiti, senza una parola di protesta.
Ancora: sulla Croce le Mie mani e i Miei piedi
venivano perforati, causando un dolore acutissimo. I Miei gemiti erano interni,
le sofferenze le soffrivo tutte nel Cuore, ma non un gemito esterno.
Perché tutto questo soffrire? O figlie e figli, per
insegnarvi a tacere, per insegnarvi a sopportare le umiliazioni!
Il Re, il Figlio di Dio, il vostro Dio, avrebbe
potuto atterrare tutti col solo sguardo, con un solo sguardo della Sua potenza:
eppure, ha sopportato in silenzio.
In che cosa, figlie, vi sentite di essere cristiane
nel vostro comportamento, se considerate le sofferenze di Gesù in Croce?
Avete voi mai sopportato qualche umiliazione nel
silenzio? Mai.
Figli, quanto è difficile seguire il Maestro! Nessun
discepolo è di più del Maestro, però tutti i discepoli dovrebbero essere come
il Maestro, prendere ad esempio il Maestro, che è stato ricchissimo di esempi
perché Lo seguiate sulla via della santità.
Un semplice urto, un semplice frainteso, è come un
fiammifero che procura un incendio, un incendio che reca molto danno, perché
non si sopporta una semplice umiliazione.
Ed allora mente e cuore – mossi dalla malvagità del
Maligno – si mettono in moto: ira, odio, vendetta, rispondere con la stessa
arma, magari inventare calunnie, menzogne, per nuocere alla persona che
involontariamente ha umiliato.
Figlie, fino a quando ci saranno questi sentimenti
nel vostro cuore e nel cuore di tutti i Miei figli, specialmente di quelli che
si dicono cristiani, che si dicono cattolici, che si dicono praticanti perché
assistono alle funzioni liturgiche, perché pregano, però, se non sanno tacere
di fronte alle umiliazioni, se non sanno soffrire, sopportare e offrire tutto a
Colui che veramente ha sofferto e sa giudicare, questi non saranno mai veri
figli di Dio.
E giacché sono ammaestrati dallo stesso Dio, essi ne
ascoltano gli insegnamenti attraverso la Parola del Vangelo, attraverso i
Messaggi che tutti leggono (ovunque sono diffusi i consigli di Maria, che non
viene a dirvi niente di nuovo; è venuta a ripetere al mondo quello che aveva
detto alle nozze di Cana: “Fate quello che Egli vi ha detto e quello che Egli
vi ha insegnato con la Sua vita: Fate quello che Lui vi dirà”; adesso la Mamma
Addolorata e Immacolata e amorosa aggiunge solamente questo: con l’esempio
vissuto della Sua vita), conoscere la Volontà di Dio – questa Volontà che viene
continuamente immessa nel vostro cuore e nella vostra mente – e poi ricusarla
per non cambiare vita, per vivere sempre alla maniera dell’uomo vecchio fatta
di risentimento, di intolleranza verso il proprio fratello, una vita fatta di
continue menzogne (anche le più stupide, per sciocchezze, anche quelle menzogne
sono un’offesa a Dio, un tradimento a Dio), e con questo modo di vivere si vuol
significare: “Io voglio eleggere la mia condanna: non voglio obbedire a quello
che mi sta suggerendo il mio Dio per la mia salvezza eterna”.
Figlie Mie, perché meditate tutte le sere la Mia
Passione?
Quali cambiamenti hanno portato nel vostro cuore le
Nostre sofferenze, quelle Mie e quelle della Mia Santissima e Addoloratissima
Mamma?
Fate un esame di coscienza: “Cosa è cambiato in noi
da quando stiamo meditando i Dolori di Gesù e di Maria?”.
Se nulla è cambiato nella vostra volontà, figlie
Mie, la vostra condanna sarà superiore a quella che avreste meritato prima di
tali conoscenze.
I Nostri esempi, i Nostri insegnamenti, la Nostra
vita vi è stata riportata nei suoi dettagli, perché voi poteste meditarli e
cambiare, offrirvi totalmente a Dio.
Figlie, è doloroso vedere che tanti cuori non si aprono
totalmente a questo Dolore, decisi a camminare sulla via della perdizione!
Ripeto, rettifico, figlie, che il Mio discorso, il
Mio lamento, non è rivolto solamente al gruppo, ma anche agli altri figli,
perché ormai ovunque si parla dei segreti, ovunque si parla dei richiami di
Maria.
Però c’è indifferenza: nessuno vuole amare
profondamente Maria, nessuno vuole amare profondamente i propri fratelli; e se
non vi presentate nel Mio Regno carico di Amore col cuore carico di amore verso
i vostri fratelli, non entrerete nel Regno dei Cieli.
Io non vi chiederò: “Quante preghiere hai mormorato
con le tue labbra?”. Io dirò: “Quanti fratelli hai amato sulla Terra nel Mio
Nome, nel Mio Amore? Quante anime hai guadagnato al Mio Cuore col tuo amore,
con i tuoi sacrifici, con la tua carità?”.
La tua salvezza dipenderà dalle anime che troverai
nel Paradiso salvate per il tuo amore, per il tuo dolore, per le tue lacrime
che avrai versato insieme alla Mamma Celeste per il dolore dei Suoi figli
perduti.
Se questo dolore – figlie, figlia, figli! – se questo
dolore è penetrato nei vostri cuori, e con questo dolore la preghiera sarà
rivolta all’Eterno Padre, col desiderio vivo e ardente di conquistare le anime
con la vostra immolazione, allora siete veramente figlie di Maria e degne del
Paradiso.
Non è mai troppo tardi per incominciare da capo:
amore, amore, amore, tanto amore verso Dio e verso i fratelli; specialmente per
quelli che voi non volete sopportare, specialmente per quelli che voi non
amate.
Perdono, preghiera e sacrifici per portare anime a
Dio, e con esse la vostra anima.
Gesù vi benedice, ma vi benedice questa sera con un
Cuore addolorato, perché questo Dolore e questa benedizione possano penetrare
nei vostri cuori e operare un cambiamento radicale della vostra vita e di
quella di tutti i figli Miei che dovete portarMi per mezzo del vostro
sacrificio e del vostro amore.
Così sia.
1. Messaggio pervenuto durante la lettura del Quinto Mistero Doloroso (dato il 22
maggio 1989).
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.