Gesù, per quei momenti, per quei
momenti terribili che hai vissuto nell’alto della Croce… Tu hai detto che le
sofferenze fisiche sono state atroci, ma il dolore più grande il tuo Cuore lo ha
provato nel vedere la Mamma tua addolorata ai piedi della Croce. Ha sofferto le
tue stesse pene: quello che Tu hai sofferto nella carne, tua Madre soffriva
nello spirito. Nel suo Cuore ha sofferto come te, perché avrebbe voluto
soccorrerti, amarti, coprirti di baci, perché quell’affetto immenso ti avrebbe
almeno aiutato a sopportare tanto dolore.
Non ha potuto. Quello stesso dolore ha
provato per te ai piedi della Croce. Padre e Figlio ̶ unica
Divinità ̶ Gesù, Dio, sulla Croce per salvare il mondo. E,
ai piedi della Croce, la Vergine Maria per lo stesso scopo: per salvare il
mondo.
Tre sofferenze diverse. Il Padre vede il
Figlio, il suo Cuore è squarciato, è annientato, ma non può aiutarlo: in quel
momento non è il Figlio suo, è il peccato che deve essere distrutto su quella
Croce.
Ai
piedi della Croce una Donna, una Madre, vede il Figlio in un mare sconfinato di
dolore. Vorrebbe arrampicarsi su quella Croce, ma non può. In quel momento sulla
Croce non è più il Figlio suo: su quella Croce c’è la morte, il peccato, che
devono essere sconfitti per mezzo di quel Sangue, di quell’Innocenza, di quel
Giusto.
Tre Persone. Ognuna abbandonata al suo
dolore immenso, senza che fra i Tre potesse passare una parola di conforto:
ogni sofferenza nel dolore muto, individuale, insostituibile, incommensurabile.
Gesù, quella scena, quel dolore, ora te lo
presentiamo noi, te lo riproponiamo alla tua Presenza, al tuo sguardo
misericordioso.
Osserva
quanto strazio, quanto dolore!
Gesù,
il mondo è quello di ieri, i figli sono quelli di sempre, sono quelli istigati dal
tuo Nemico.
O Gesù, riguarda la Croce: il Figlio sulla Croce, un Padre ed una Madre che aspettano che si compia la sentenza del mondo, la sentenza stabilita per la sconfitta definitiva del Nemico, del Ribellatore, del Disobbediente, del Vendicatore! E come esso è stato sconfitto in quell’ora suprema, in quel dolore senza misura, senza limite, senza prezzo, senza nessun paragone, Padre, ancora adesso il Nemico deve essere schiacciato, perché quello che è successo – il Calvario – è sempre nel mondo: il Calvario non potrà essere dimenticato!
O Gesù, riguarda la Croce: il Figlio sulla Croce, un Padre ed una Madre che aspettano che si compia la sentenza del mondo, la sentenza stabilita per la sconfitta definitiva del Nemico, del Ribellatore, del Disobbediente, del Vendicatore! E come esso è stato sconfitto in quell’ora suprema, in quel dolore senza misura, senza limite, senza prezzo, senza nessun paragone, Padre, ancora adesso il Nemico deve essere schiacciato, perché quello che è successo – il Calvario – è sempre nel mondo: il Calvario non potrà essere dimenticato!
Noi,
piccole Tue consolatrici, questa sera te lo presentiamo, perché Tu a quello
strazio ti ravvedi, Padre, e dici: “Per il Figlio mio, per la Mamma sua, per il
mio dolore che provai in quell’ora terribile nell’assistere allo scempio del
Figlio mio, voglio distruggere Satana senza far perire più i figli miei, i
figli che sono usciti dalle mie mani, i figli che sono stati santificati dal
Sangue del Figlio mio. Tutto è opera della mia creazione e, invece di
distruggere gli uomini, devo distruggere l’Inferno”.
Ecco,
Padre, come potrà scagliarsi la tua ira: non sui figli tuoi, ma sul
Ribellatore. E noi, per placarti, perché questo tuo Disegno si realizzi contro
Satana, rinnoviamo ancora adesso il sacrificio della nostra vita: Padre, anche
il martirio, per i nostri fratelli, per la tua Gloria, per consolare il tuo
Cuore addolorato, quello di Gesù e quello della Mamma tua e della Mamma nostra,
Maria.
Ti
preghiamo, la nostra preghiera esaudiscila!
Così
sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.