Figlie, vi ho insegnato in questo momento
come rivolgervi alla Mamma. In questa maniera dovete pregare(1).
Dovete sentire, innanzitutto, un profondo,
immenso dolore per i vostri peccati.
La preghiera non è sentita nel cuore. La
preghiera deve essere un’invocazione continua per l’anima che è in pericolo.
Immaginate di stare in un mare burrascoso:
il vostro corpo sta per annegare, sta per arrivare al termine della sua vita, e
quindi il corpo e l’anima in quel momento sono in pericolo. E allora, in quel
momento di paura, in quel momento straziante, come invocate aiuto a chi vi è
d’intorno? Lo dite, forse, lo chiedete canterellando?
In quel momento il grido “Aiuto!” esce con
tutto il dolore e con tutta la disperazione che è nel vostro cuore, perché
qualcuno si commuova al vostro grido disperato e venga in vostro aiuto.
Ma
se quel grido di aiuto voi lo emettete con serenità, senza la disperazione, la
gente che vi ascolta pensa ad uno scherzo e quindi non viene in vostro
soccorso. Ma l’”Aiuto!” disperato, l’”Aiuto!” che si invoca con tutta la forza
della propria anima, attira ovunque i soccorritori.
Così dovete essere voi al cospetto della
Mamma e del Padre quando rivolgete Loro la vostra preghiera.
Non avete afferrato, o figlie Mie, le
parole, l’aiuto, il dolore che la Mamma vuole da voi: dovete pregare con dolore
nel cuore!.
Innanzitutto, spogliatevi dell’orgoglio,
della superbia; perché, sì, la vostra preghiera – se viene dettata dal cuore,
dall’amore e dal dolore – è accetta a Dio, però non deve essere un’arma di
orgoglio e non si deve dire: “Signore, ma
io Ti amo perché Ti sto offrendo questa preghiera”. No, no, figlie Mie!
Nella preghiera dovete innanzitutto
pensare al perdono dei vostri peccati. “Santa
Madre di Dio, Tu che sei la Madre dell’Onnipotente, prega per noi peccatori!”.
Figlie, ma riflettete su questa frase? “Madre
di Dio, Santa Madre di Dio, prega per noi peccatori, peccatori!”.
Figli Miei, pregate col pensiero rivolto a
Dio prima per chiedere il perdono dei vostri peccati e poi per i peccati dei
vostri fratelli.
Questo vogliono dirvi le parole “Prega per noi ora”.
“Ora,
perché dobbiamo essere liberati, purificati dai nostri peccati, liberati per
sempre dalle insidie del Tentatore. E poi, Madre, quando ci hai ottenuto il
perdono, quando ci avrai accolto purificati nel Tuo Cuore Immacolato, non
lasciarci più. E quindi, nell’ora della nostra morte, Tu ingaggerai per noi la
Tua ultima battaglia per farci trionfare contro il Nemico”.
Molto lenta, la preghiera. Non vi
preoccupate di correre, di offrire cento Rosari senza che in essi ci sia stato
tutto l’amore del vostro cuore.
Nei Rosari, nelle preghiere c’è – sì,
figlie – c’è la volontà di aiutare Maria, però manca l’umiltà. La preghiera va
offerta con l’umiltà, sentendovi
peccatori dinnanzi a Dio, indegni di pregare, perché avete sempre peccato,
avete offeso un Dio, e per queste offese – per tutto il tempo della vita, anche
se il Signore ha già perdonato, però sono state sempre offese rivolte al vostro
Padre, al vostro Creatore – e per queste offese bisogna sempre dire:
“Padre,
sono indegna di essere alla Tua Presenza. E per questo supplico la Mamma,
incessantemente, umilmente, perché mi ottenga il perdono dei miei peccati e
perché ristabilisca un rapporto filiale e devoto con Te, Padre”.
Perciò, figlie, meditate. La preghiera
deve essere una meditazione.
“Santa
Tu, Fanciulla Purissima, che fosti colmata di Grazia dal Padre! Tu, tutta
Santa, tutta Pura, che innamorasti un Dio, Maria, sei diventata la Sua Madre,
la Sua Figlia, la Sua Sposa. Tuo Figlio era per Te anche Padre e Sposo. Quindi,
chi è più potente di Te presso l’Altissimo, per ottenerci il perdono dei nostri
peccati? Ecco, Madre tutta Santa e tutta Pura, che i Tuoi figli peccatori si
rivolgono a Te, alla Pietosa, perché Tu preghi incessantemente per noi; perché
Tu – Tu sola, con la Tua preghiera incessante, puoi ottenerci la Grazia della
riconciliazione col nostro Dio, col Tuo Dio, col Tuo Figlio. E questa
preghiera, Mamma, noi Te la rivolgiamo sin da adesso perché Tu preghi e ci
assisti nell’ora estrema, nell’ora terribile della nostra morte, che è il
passaggio dalla prigionia del corpo alla Vita che non muore, alla Vita che
vivrà accanto a Te, accanto alla Mamma, al Padre, che sapranno ricompensare con
la Loro gioia la vita vissuta e sofferta nell’esilio terreno”.
Perciò, figlie, ora – voi nel pensiero e
la Mamma con la Sua parola – vi ripeto l’Ave
Maria, perché possiate meditarla e pregare, ripeterla sempre con la stessa
imitazione, con lo stesso amore.
Sarei contenta se in una sera ci fossero
solamente dieci Ave Maria, ma queste dieci Ave Maria dovrebbero essere veramente un
grido accorato alla Mamma, un grido meditato e sofferto, che vi unirà
perfettamente al Cuore della Mamma.
“Ave
– Maria, – piena – di grazia, – il Signore – è con Te, – Tu – sei benedetta fra
le donne – e benedetto, – milioni di volte benedetto(2), è il frutto – del Tuo seno – Gesù, – Gesù!
– Santa – Maria, – Madre – di – Dio, – prega, – prega per noi – o Mamma, prega –
per i figli Tuoi – peccatori – adesso
– e nell’ora – della nostra morte. – Amen”.
17 giugno 1989
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
(1) La Madre Santissima, prima del presente Messaggio, ha recitato a lungo il Santo
Rosario con il gruppo attraverso la Portavoce.
(2) Espressione in precedenza usata nella preghiera da una consorella.
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