Figlie, che state meditando la Mia Passione, vi
avevo detto che vi avrei dato l’investitura della vittima. Lo faccio questa
sera, che siete un bel numero […].
Le Mie vittime sono quelle che sono state provate
dalla Volontà del Padre con lutti, dispiaceri, prove malvagie date dalla vita,
e che hanno accettato dolore, morte e tradimenti obbedendo con rassegnazione
alla Volontà del Padre, senza imprecare contro il Cielo, senza maledire gli
uomini.
Ed oggi a queste vittime che, senza saperlo, erano
già nel disegno Mio divino, oggi Io - il
Crocifisso – offro alle Mie vittime la Mia Regola e il Mio Abito.
La Mia Regola e il Mio Abito sono: i Comandamenti,
il Vangelo, la segregazione dal mondo, il dolore.
I Comandamenti sono il mezzo necessario per la
salvezza. Non obbedire ai Comandamenti vuol dire morire già alla Vita.
Obbedire ai consigli evangelici vuol dire progredire
sempre di più nella via della santità. Che cosa è la santità? Ve lo state
chiedendo da tempo, ve lo sta spiegando continuamente il vostro Padre
spirituale. Nessuna vita eroica, nessun martirio: santità vuol dire conformarsi
giorno per giorno alla perfezione di Dio, staccarsi dalle cose della Terra per
unirsi sempre di più alle cose del Cielo, a Dio.
La segregazione. Tutti i servi che Io ho scelto per
una particolare missione sulla Terra sono dei segregati. Ad essi non ho mai
dato nessuna felicità umana: lacrime e dolori sulla Terra. E, d’altra parte, i
Miei servi che si sono offerti vittima hanno il Mio stesso desiderio: soffrire
per redimere.
Voglio ricordarvi due frasi che le Mie vittime
devono ben meditare. La frase di Paolo dice: “Quanto a Colui che mi segregò sin
dal seno di mia madre (…)”(1).
Voglio ricordarvi il comando che diedi ad Abramo: “Esci dal tuo paese e dal tuo
parentado, e va’ dove Io ti dirò”(2).
Ecco, tra le Mie vittime e il mondo si erge una
barriera: esse vivono nel mondo, ma non devono appartenere al mondo. Esse
diventano straniere per gli altri fratelli. Non li ripudiano, anzi, con le
lacrime della loro solitudine evangelica, esse lavorano per il loro bene, per
il bene di tutta l’umanità, ed amano tutti i loro fratelli con immenso amore.
Amici e nemici, parenti e sconosciuti, buoni e malvagi, sono tutti fratelli
delle vittime, che esse amano, non per un vincolo di sangue o di amicizia che
corre tra loro, ma amano per un vincolo di carità che viene da Dio, perché in
tutti i fratelli le vittime non guardano il loro volto e il loro cuore, ma
vedono nel volto di ogni fratello il Volto di Dio, che è Padre di tutti.
Il Mio Abito: il dolore. Soffrire per redimere.
Prendete come modello di vittima Gesù e Maria, le nostre torture sofferte con
umiltà, con eroismo, con la carità di salvarvi tutti.
Anche voi dovrete essere torturate nello spirito,
nel morale e anche nelle malattie. Certo, i mezzi delle vostre sofferenze non
sono gli stessi di Gesù: non sono la croce, i chiodi, le spine e il resto. I
mezzi materiali che tortureranno voi saranno diversi, ma porteranno tutti il
dolore.
Il dolore deve formare il mondo.
La Giustizia di Dio è irritata e deve essere
placata. Bisogna escogitare tutti i mezzi per placare la Giustizia di Dio e
salvare l’umanità. Anime vittime, con le vostre sofferenze conducetemi le
anime! Per una sola anima che Mi portate, Mi darete tanta gioia che per un
momento riuscirò a dimenticare l’amarezza degli uomini.
Imitate Maria, che ai piedi della Croce ha
pronunciato il suo Fiat accettando la
terribile Volontà del Padre di quell'ora.
Seguite Maria, che portava nel mondo Cristo per la
salvezza dell’umanità.
Ecco, le vittime devono soffrire. Il dolore
nascosto, il sacrificio offerto con l’amore a Gesù è l’arma che vincerà in
questa lotta. Amore e dolore. Segregazione dal mondo. Le torture di Gesù e di
Maria sempre nel cuore per sopportare con serenità le contrarietà della vita e
le malattie che al Signore piacerà mandarvi per mettervi alla prova.
Così si diventa salvatori, veri discepoli del vero Salvatore,
e nella gloria del Cielo riceverete dal Padre la palma della vittoria.
Gesù Crocifisso e la Vergine Addolorata sono la vostra
guida, la vostra forza nel cammino del sacrificio verso il Calvario. Con Gesù e
con Maria le pene diventeranno gioia, perché con le pene capirete quanto il Signore
vi ama.
Essere vittime è un privilegio che Dio dà, e beati coloro
che ne sanno essere degni fino alla fine.
Gesù e Maria vi benedicono con la benedizione particolare
che infonde fede, coraggio, speranza e forza alle anime vittime che dovranno arrivare
sul Calvario con Loro.
Così sia.
1. Lettera ai Galati 1,15.
2. Genesi 12,1.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
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