È
terminata la Cena, l’istituzione dell’Eucarestia.
Con
i Miei discepoli più fidati entro nell’Orto degli Ulivi a pregare, come di
consueto.
Mi
distacco da loro dicendo: “Vegliate un poco con Me. Pregate, per non entrare in
tentazione”.
I
Miei discepoli non sanno che il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato in
mano ai nemici.
Mentre
essi, ignari di tutto, si lasciano vincere dal sonno, Io mi sento come
impazzire. Il Mio animo tormentato non trova pace.
Prego,
supplico il Padre: “Padre, quest’ora l’ho attesa per trentatré anni. Ho
aspettato con ansia quest’ora per realizzare quanto era stato deciso dalla Tua
Santissima Volontà. Padre, lo spirito è forte, ma la carne è debole”.
Prego,
prego incessantemente il Padre che Mi dia tutta la forza per affrontare questo
terribile momento.
Il
principe delle Tenebre si diverte. Mi mette al cospetto i peccati che egli
aveva già seminato nel mondo e che sarebbero durati anche dopo il Mio
Olocausto: superbia, lussuria, avarizia, accidia, denaro, omicidi, suicidi,
furti, pornografia. Tutto, tutto danzava in una scena mostruosa intorno a Me.
Era l’orrore di tutti questi peccati che Mi faceva sudare sangue, a Me, Agnello
Innocente, che il peccato non avevo conosciuto.
Questi
peccati, questi peccati Mi facevano scoppiare il Cuore e il Mio Corpo trasudava
Sangue fino a bagnare la terra.
In
preda allo sgomento, per avere una parola di conforto, ritorno dai Miei, ma
essi dormivano. “Figli Miei, voi riposate. Non siete stati capaci di vegliare
un’ora con Me”.
Mi
allontano ancora, riprendo la Mia preghiera. Le forze Mi vengono meno, cado a
terra prostrato, invoco ancora il Padre: “Padre Mio, se è possibile, allontana
questo calice amaro. Ma non, Padre, non la Mia, ma la Tua Volontà sia fatta”.
Il
Padre, a questa angoscia, a questa esclamazione, per un solo attimo, Mi manda
un Angelo a confortarmi. L’Angelo Mi mostra schiere di vittime, schiere di
sofferenti, schiere di spiriti oranti che Mi avrebbero consolato nel corso di
tutta [la storia del]l’umanità.
Queste
schiere, rispetto a quelle che Mi mostrava Satana, erano di numero inferiore;
però il conforto fu tale che queste anime pie riuscirono ad infondermi il
coraggio di accettare la Volontà del Padre, e di andare con nuovo coraggio
incontro alla Croce.
Mi
rialzo, Mi riavvicino ai Miei discepoli; ma li avevo appena chiamati, si erano
appena svegliati dal sonno, e inorriditi si ritrovano soldati armati e Giuda,
il traditore, che Mi tradisce con un bacio.
Cercano
di difendermi, ma poi, sbigottiti dalla paura, fuggono, fuggono e Mi lasciano
solo, solo col Mio dolore, solo con l’orrore nel Mio Cuore di quanto doveva
realizzarsi.
Ed
Io, incatenato come un malfattore, abbandono quel luogo a Me tanto caro e seguo
i Miei carnefici.
E
poi sapete cosa è successo.
Benedite,
figlie Mie, la Mia agonia nel Getsemani.
Amen.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
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