Solo
poche spiegazioni su questo Mistero.
Mi
si strappa la barba, mi tirano per i capelli e mi trascinano per la stanza:
schiaffi, pugni, bastonate sulla corona di spine per farla conficcare bene
sulla fronte.
Anche
le carni del Mio capo si squarciano e rivoli di sangue cadono a terra.
Sfinito
dalle percosse alla schiena, che poi avevano toccato tutto il corpo, i
carnefici mi trattavano come una palla da rimbalzo.
Il
mantello che mi avevano messo sulle spalle me lo levarono. Dovevano ridarmi il
mio vestito, perché dovevo prendere la croce per salire sul Calvario; ma il
vestito me lo buttavano da una parte all’altra della stanza. Io, barcollando,
umiliato, grondando lacrime e sangue, mi avvicinavo alla Mia veste, stavo per
prenderla, ed essi con lazzi, risate, urla feroci di gioia, tiravano calci alla
Mia veste e la spingevano ancora in avanti, facendomi ruotare così per diverso
tempo nella stanza.
Vedete,
figlie, quante sofferenze, quanto dolore, quanta umiliazione, sopportata
unicamente per l’eccessivo amore verso le creature che dovevo salvare.
Siatemi
vicine! Meditate il mio dolore.
Figlie,
alla Mia fedelissima vittima e discepola Maria Valtorta concessi l’onore di vedere
– tutto nella realtà – le pene del suo Salvatore, i dolori della Sua Santissima
Madre. E quelle parole, quella Mia Vita non è stata data, offerta, solamente
perché quella creatura benedetta che già tanto soffriva potesse, per mezzo di
queste visioni, soffrire, soffrire con sofferenze superiori alle sue forze,
perché si innamorasse della Mia Passione e si unisse ad essa per salvare il
mondo, e lo ha fatto fedelmente.
Ma
i Miei dettati e le visioni ad essa presentate erano per tutti i Miei figli che
volessero meglio conoscere la Mia vita, la Mia Passione, per approfondirla e
per unirsi meglio a Me.
Meditare
tutto durante il Rosario sarebbe troppo lungo. Però una piccola scena, la scena
più saliente, quella che più deve sconvolgere il vostro cuore, queste piccole
scene dolorosissime del vostro Salvatore vanno scelte e meditate durante il
percorso della Sua Passione.
Vedete,
figlie, come solamente poche parole hanno unito il vostro spirito a quelli di
Gesù e di Maria, e il dolore è penetrato nei vostri cuori. Perché questo dolore
salverà… dovrà trarre la forza di strappare al vostro cuore questa
implorazione: “Gesù mio, veramente sono stata anch’io la
causa di tanto male. Perdonami! Non voglio più offenderti. Voglio essere tra i
Tuoi consolatori e non più tra i Tuoi crocifissori. Salvaci, Gesù, ed imprimi
nel nostro cuore la Tua Passione. Fa’ che almeno il nostro spirito senta il
dolore di quello che veramente Tu hai provato nella carne. E noi ti diciamo:
piuttosto la morte e non più il peccato, per sentirci dire quello che hai detto
al buon ladrone: ‘Figlio, sei pentito?Stai tranquillo, anche tu sarai con Me
nel Paradiso’”.
Così
sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
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