Gesù, noi non vogliamo essere Giuda, lo siamo già stati. Quanto volte Ti abbiamo tradito per un piacere della carne, per un peccato di gola: per la carne, abbiamo tradito un Dio.
Ed ora che Ti abbiamo ritrovato non vogliamo più tradirti. Veniamo a Te con le lacrime agli occhi, come Pietro quando, dopo averti rinnegato tre volte, pianse lacrime amare. E anche noi, Gesù, con le nostre lacrime, Ti diciamo: “Perdono!”.
Vogliamo esserti servi fedeli sulla Terra fino al momento in cui anche noi ci stenderemo sulla nostra croce per renderti la nostra vita e la nostra morte per la Tua Gloria.
Gesù, anche noi non sappiamo vegliare con Te, ma se Tu ci vuoi, con la Tua Grazia divina Tu ci chiami. Dacci la forza, dacci la volontà di essere qui a vegliare con Te, a consolarti in quest’ora in cui sei abbandonato nelle chiese già chiuse.
Vogliamo essere i Tuoi consolatori, Gesù. Dacci, dacci la volontà e l’amore di esserti sempre qui vicini. Io sono felice di essere qui, di esserti accanto con le mie sofferenze fisiche e morali, perché questa veglia sia più proficua per la conversione dei peccatori, perché sia più fruttuosa a calmare i Tuoi Dolori.
Gesù, Ti proponiamo tutti, questa sera, di esserti sempre accanto nella Tua ora del Getsemani, perché il Tuo Getsemani non si limita solamente alla sera del giovedì: il Tuo Getsemani si perpetua nel Tabernacolo Eucaristico, perché in quella Prigionia d’Amore Tu soffri ancora nello Spirito e nella Carne il tradimento, l’abbandono, l’indifferenza, i sacrilegi, le profanazioni dei Tuoi figli, delle Tue creature per le quali inutilmente continui a soffrire anche oggi, perché essi sono accecati dalle lusinghe del demonio, dalle lusinghe della ricchezza, della superbia, dell’orgoglio, del potere, e allora essi seguono il loro duce che li trascina alla perdizione eterna.
Per loro, o Gesù, vogliamo riparare e consolarti, e vogliamo essere noi le adoratrici delle Ostie abbandonate, le adoratrici delle Ostie profanate. Vogliamo riparare per tutte le offese che Ti vengono rivolte nel Santissimo Tabernacolo d’Amore.
Gesù, col Tuo aiuto, con la Tua santa Grazia, sapremo esserti vicino.
Così sia.
Ed ora che Ti abbiamo ritrovato non vogliamo più tradirti. Veniamo a Te con le lacrime agli occhi, come Pietro quando, dopo averti rinnegato tre volte, pianse lacrime amare. E anche noi, Gesù, con le nostre lacrime, Ti diciamo: “Perdono!”.
Vogliamo esserti servi fedeli sulla Terra fino al momento in cui anche noi ci stenderemo sulla nostra croce per renderti la nostra vita e la nostra morte per la Tua Gloria.
Gesù, anche noi non sappiamo vegliare con Te, ma se Tu ci vuoi, con la Tua Grazia divina Tu ci chiami. Dacci la forza, dacci la volontà di essere qui a vegliare con Te, a consolarti in quest’ora in cui sei abbandonato nelle chiese già chiuse.
Vogliamo essere i Tuoi consolatori, Gesù. Dacci, dacci la volontà e l’amore di esserti sempre qui vicini. Io sono felice di essere qui, di esserti accanto con le mie sofferenze fisiche e morali, perché questa veglia sia più proficua per la conversione dei peccatori, perché sia più fruttuosa a calmare i Tuoi Dolori.
Gesù, Ti proponiamo tutti, questa sera, di esserti sempre accanto nella Tua ora del Getsemani, perché il Tuo Getsemani non si limita solamente alla sera del giovedì: il Tuo Getsemani si perpetua nel Tabernacolo Eucaristico, perché in quella Prigionia d’Amore Tu soffri ancora nello Spirito e nella Carne il tradimento, l’abbandono, l’indifferenza, i sacrilegi, le profanazioni dei Tuoi figli, delle Tue creature per le quali inutilmente continui a soffrire anche oggi, perché essi sono accecati dalle lusinghe del demonio, dalle lusinghe della ricchezza, della superbia, dell’orgoglio, del potere, e allora essi seguono il loro duce che li trascina alla perdizione eterna.
Per loro, o Gesù, vogliamo riparare e consolarti, e vogliamo essere noi le adoratrici delle Ostie abbandonate, le adoratrici delle Ostie profanate. Vogliamo riparare per tutte le offese che Ti vengono rivolte nel Santissimo Tabernacolo d’Amore.
Gesù, col Tuo aiuto, con la Tua santa Grazia, sapremo esserti vicino.
Così sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1993.
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