Figlie mie, ecco davanti a voi Gesù vestito da pazzo. Lui, la Sapienza Increata, Lui, il Re, il Re dei secoli in eterno, presentato a una folla di pazzi come un re da burla! Un manto rosso, una corona di spine, una canna in mano, e quei manigoldi inginocchiati ai Suoi piedi che lo insultavano: “Salve, o re dei Giudei!”.
Di fronte a tanta umiliazione, Gesù tace; Gesù guarda i Suoi sgherri con occhi compassionevoli. Egli non parla, parla il Suo sguardo: “Figli, vado a morire anche per voi; Vi amo, nonostante quello che mi state facendo”.
Di fronte a quello sguardo così dolce, così mansueto, così silenzioso, gli sgherri infieriscono maggiormente contro di Lui; e Lui porge il Suo Volto agli schiaffi, agli sputi, e tace. Gesù soffre terribilmente nel fisico e nel morale, ma tace.
Questa è la figura del mio Figlio che io oggi presento a voi, figlie mie dilette, perché di fronte alla Sua mansuetudine, di fronte a tanto silenzio, anche voi – per seguire degnamente Maria – dovete tacere, dovete tacere e sopportare con silenzio, con dolcezza, le umiliazioni, le offese; e quanto più esse sono ingiuste, tanto più dovete offrirle a Dio. Rimettete la vostra causa a Colui che è vero Giudice, a Colui che sa veramente giudicare.
Voi, sull’esempio del mio Gesù, Agnello mansueto che sopporta tutte le torture della flagellazione, dovete anche voi imitarne l’esempio, se volete essere vere figlie di Maria.
I vostri impulsi, i vostri atti d’irascibilità, non solo offendono Gesù e Maria, ma vi presentano anche male alle altre persone, se non sapete amare, se non sapete perdonare come perdonano Gesù e Maria. Dal modo di comportarvi vi riconosceranno se siete veramente le figlie addolorate di Maria e le sorelle appassionate di Gesù crocifisso.
Perciò, figlie mie, sopportate tutte le cattiverie di questo mondo. Avrete da soffrire, però guardando Gesù direte: “Signore, mi hai dato l’esempio di come sopportare le cattiverie di questo mondo; e per Te, per il Tuo amore, accetterò le umiliazioni, accetterò le offese, accetterò le ingiustizie, accetterò le incomprensioni, le delusioni: tutto ciò che l’Eterno Padre vorrà mandarmi per mettermi alla prova, per essere all’altezza del Suo servizio”.
Questo, figlie, vi dovete aspettare dalla vita: nessuna gioia. Maria vi offre sacrificio, penitenza, delusione, incomprensione.
Guardate Gesù e andate avanti. Dopo la croce, c’è sempre la gloria della resurrezione. Che la figura di Gesù vestito da pazzo – Lui, il Re della Gloria! – vi sia di esempio per dominare il vostro orgoglio, per dominare la vostra superbia.
Siete fatte di fango, figlie! Solo la Grazia di Dio può rendervi belle, sante.
Abbandonate tutto ciò che appartiene al corpo, abbandonate tutto ciò che è di questo mondo: guardate alla Croce, e la Croce vi farà alzare lo sguardo al Cielo. Al Cielo non si va con la ghirlanda di rose: ci si va con la Croce e la coronazione di spine, il che vuol dire sopportando le umiliazioni e le offese e le incomprensioni di questo mondo, e sopportando altre sofferenze fisiche che al Signore piacerà mandarvi.
I vostri occhi siano sempre fissi al Cielo, e vi staccherete sempre più dalle cose della Terra, e sarete sempre più perfette al servizio di Gesù e di Maria per la consolazione dei Loro Cuori.
La Mamma vi benedice e vi stringe tutte nel Suo Cuore Addolorato. E ci inginocchiamo insieme davanti a Gesù, Gesù vestito da re da burla, e diciamogli insieme:
“Gesù, sei Tu il vero Re, il Re dell’Universo, il Re della Gloria in eterno, il Re che sconvolge gli abissi dell’Inferno, che non prevarranno contro le porte del Cielo”.
Grazie, figlie mie. La pace sia nei vostri cuori. Così sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
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