Quale dolore è più grande di quello di Maria ai piedi della Croce! Ogni Suo fremito era un gemito del mio Cuore ed Egli ne soffriva di più. Nella Sua atroce sofferenza, Egli cercava anche di trattenere questi fremiti: cercava, anche sulla Croce, di controllare ogni Suo movimento per non infrangere di più il Cuore della Mamma.
Questo fu il più immenso dolore di Maria: vedere soffrire il proprio Figlio e farsi animo, mostrarsi forte per non aumentare il Suo dolore.
Il Figlio, nelle Sue sofferenze atroci, nel vedere la Mamma così sola, così indifesa, così sofferente, cercava, si sforzava di nasconderle il Suo dolore, per non aumentare ancora di più il dolore della Vergine.
Non c’è nessun dolore al mondo più grande di quello di Maria.
Tutti i moribondi sono confortati dall’affetto di qualche persona cara; ma Gesù non solo è stato privato di questo affetto, ma negli spasimi atroci dell’agonia, in quel terribile dolore, doveva sopportare gli insulti, i lazzi degli sgherri, che erano senza pietà di quelle sofferenze, senza pietà di vedere un uomo ridotto ormai ad una piaga di sangue, un uomo che non aveva più nulla di sé stesso.
Quel Volto, quel Corpo, quel Sangue, invece di suscitare pietà, aumentavano la ferocia e questo… e questo è il dolore più grande: questa è stata la spada profetizzata dal vecchio santo Simeone.
Il Cuore trapassato da questa spada non è scoppiato al pari di quello del Figlio mio perché l’Eterno Padre ha voluto sorreggermi, ha voluto che sopportassi tanto strazio, uguale a quello di mio Figlio, perché il dolore della Sua carne si ripercuoteva nella mia carne e soprattutto nel mio Cuore.
Questo immenso dolore lo presento a tutte le mamme, alle mamme alle quali il figlio è stato tolto da questa Terra per essere trapiantato nei Cieli.
Voi, mamme, che avete sopportato in parte, in piccolissima parte, il dolore di Maria, dite a voi stesse: “Questo dolore mi associa al Cuore Addolorato di Maria”. E dite al Padre:
“Padre, come Maria anch’io Ti ho offerto il figlio mio per associarmi maggiormente a Lei, per partecipare con Lei alla redenzione del mondo; perché ora che ho capito il dolore di Maria, ho capito anche che anch’io devo offrire il mio figlio alla gloria di Dio, in espiazione dei peccati del mondo, per il Trionfo del Regno di Dio”.
E ora, figlie, vi lascio nella contemplazione di questo Dolore di Maria, ai piedi della Croce e alla contemplazione di Gesù sulla Croce, e – come vi ho detto poc’anzi – vi lascio anche alla meditazione di Gesù flagellato, schernito.
Sono stati questi insulti, questi sgherri, la ferocia degli sgherri, che hanno reso maggiormente terribili i Nostri dolori.
Come io e come mio Figlio abbiamo offerto tutto all’Eterno Padre per la salvezza delle vostre anime, anche voi, giorno per giorno, offrite i vostri sacrifici e tutte le prove che il Signore vi manderà, in unione ai Dolori di Gesù e di Maria, per la redenzione del mondo.
Amen.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1992.
Nessun commento:
Posta un commento