Un Dio… un Dio che ha camminato su questa
Terra d’esilio benedicendo, guarendo, sanando ferite morali e corporali, un Dio
che ovunque ha seminato bontà, sorriso, pace, è condannato alla più infame
delle morti.
Gesù, sotto il pesante legno della Croce,
cammina curvo, con la schiena e la testa che quasi toccano la terra.
Nessuna pietà, nessuna lacrima, nessun
aiuto: urla di belve inferocite, sassi, calci, pugni, spintoni, frustate ̶
anche sotto il pesante legno della Croce ̶ senza
alcun conforto, senza una sola parola di commiserazione da parte di tutti i
presenti, che godevano l’empio spettacolo, eccezion fatta per le pie donne.
Questa la sorte del Dio Creatore che ha
assunto umane carni per salvare le Sue creature e viene così barbaramente
ucciso dalle Sue stesse creature.
Muore sulla Terra il capo di un popolo[1].
Figlie, quanto è doloroso vedere dall’alto
del Mio Trono le spoglie mortali di un uomo circondate da una marea di popolo
che si batte il petto, che versa lacrime di dolore, che rischia persino la
propria vita per una spoglia mortale, per un uomo che non ha nessun valore, per
un uomo che passa e più non tornerà!
Quante lacrime, quanta angoscia e quanto
dolore dà questa scena al Cuore Divino di Gesù!
Figlie, allora furono pochi i carnefici
che Mi odiarono e Mi uccisero; ma adesso è il mondo intero che dimentica il suo
Creatore, rinnega l’esistenza del suo Creatore, però non trascura niente per
dargli dolore: bestemmie, oltraggi, profanazioni, insulti.
Questo paganesimo è peggiore di tutti i
paganesimi che si sono succeduti nella storia, perché i pagani adoravano i loro
idoli, però non conoscevano, non bestemmiavano, non insultavano il Creatore del
Mondo.
Eppure, figlie Mie, in questo dilagare di
tanto male, il Mio Amore è ancora quello di prima. Vorrei ancora scendere nel
mondo per salvarlo di persona. Ma come venire?
Se anche scendessi dal Cielo nella Mia
Gloria per governare in maniera pacifica le nazioni, per predicare ancora a
tutti il Mio Regno di Pace, gli uomini corrotti, gli uomini increduli, gli
uomini abituati a chinare il capo e la schiena al passaggio di un idolo di
carne corrotta, Mi rifiuterebbero ancora una volta, anche se Mi vedessero
scendere pieno di fulgore e pieno di gloria.
I dotti, gli scienziati, gli intellettuali
della Terra farebbero subito riunioni per discutere, per mettere in discussione
col loro misero ragionare umano se l’Uomo sceso dal Cielo è veramente il Cristo
o un extraterrestre arrivato da un altro pianeta.
Arriverebbero, con la loro falsa scienza,
a dimostrare che neanche questa volta sono il Cristo e che un fantasma, venuto
da chissà dove, è venuto a proclamarsi per il Cristo, e mi metterebbero ancora
sulla Croce.
Ma, se una seconda Croce fosse necessaria
per salvare le anime, lo farei ancora una volta: accetterei la stessa morte, la
stessa Croce.
Ormai, non sono più nei cuori degli
uomini. Gli uomini hanno rinnegato l’esistenza dell’Essere Superiore,
dell’Essere che ha creato i Cieli, gli astri, i mondi; e tra i tanti mondi quello
che al Cielo è più caro è diventato il mondo deicida.
Figlie, in qualunque modo Io studiassi di
scendere in mezzo a voi, non sarei mai creduto, perché la Verità ormai è stata
cancellata nella mente della stragrande maggioranza degli umani. E allora dovrò
usare questa volta la Mia Giustizia.
Il Mio castigo è inevitabile. Sul mondo ci
dovrà essere una catastrofe terribile, perché solamente allora i superstiti
dovranno dire come il centurione: “Chi ha fatto succedere queste cose è
veramente Dio, è veramente il Padrone del Cielo e della Terra!”.
Quanto dolore in anticipo dà al Mio Cuore
questo scempio che dovrà verificarsi nel mondo! Voi uomini lo avete voluto.
Avete tutti scelto per vostro Re il male, la superbia, la lotta, il sangue per
il potere di questo mondo; e un mondo così malvagio non potrà ancora esistere.
Cieli Nuovi e Terra Nuova, e creature che
si ameranno tra di loro e ameranno con amore il loro Dio: e la pace regnerà per
sempre sulla Terra. Gli uomini che continueranno a vivere sulla Terra non
avranno più nulla da invidiare agli Esseri del Cielo, perché avranno Iddio con
loro, avranno l’amore, la pace, la gioia, la giustizia.
Voi, adoratori del Vostro Dio, anche con le
vostre imperfezioni, continuate, amate, amate il vostro Dio. Con la vostra
offerta quotidiana pregate, insieme agli altri figli, che come voi hanno
desiderio di salvare il mondo, di rendere gloria a Dio, pregate perché l’Ira si
plachi, perché il castigo abbia almeno una breve durata.
Figlie, come si può, come si può dare
tanto onore, tanta gloria, tanta preghiera ad una persona mortale e
abbandonare… abbandonare il proprio Dio? Dio passa per le strade del mondo nel
Suo Sacramento d’Amore: quante poche persone Lo seguono in processione, e gli
altri… gli altri anche le spalle Gli voltano!
Ormai il mondo si è costruito i suoi idoli
e questi idoli dovranno scomparire.
Il mondo deve rinascere per la Vita del
Cielo, per la Gloria di Dio, per il Quale tutte le cose sono state create e per
Lui sussistono.
Vi invito alla preghiera costante, alla
preghiera senza sosta: “senza sosta” vuol dire che in tutti i momenti della
vostra giornata siate in comunione col vostro Dio, siate unite a Lui col vostro
cuore, con la vostra mente, e innalziate a Lui continuamente il grido:
“Padre, per i pochi che Ti amano, per il Sacrificio
del Tuo Figlio, per i Dolori della Vergine, placa la Tua Ira e salva il mondo e
l’umanità!”.
Così
sia.
Fonte: © all rights reserved - Assunta Veltre, Ad Lucem per Crucem, Ed. Segno, Udine, 1993.
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